FemtoSpeleoCampo2019 – Progetto Resettum

Iniziato, con il “FemtoSpeleoCampo” il “Progetto Resettum” della speleologia pordenonese.

Recentemente si è svolto l’annuale campo esplorativo a cura dell’Unione Speleologica Pordenonese CAI e amici in località Pradut (Claut, PN).

Il meteo è stato clemente e ha concesso belle giornate per le manovre speleologiche. Alle attività di esplorazione, posizionamento GPS e rilievo hanno partecipato una trentina di speleologi della regione. Una ventina le cavità visitate, alcune conosciute e altre sconosciute, nuove scoperte promettenti, ben celate tra i pini mughi.

La zona, di non facile accesso, si presenta ricchissima di cavità, geologicamente affascinanti e tecnicamente non banali, che fanno sognare chi si avventura nel cuore delle montagne.

Con il “FemtoSpeleoCampo 2019″ si è ufficialmente dato il via al “PROGETTO RESETTUM“. Si tratta di una complessa attività di ricerca che vede protagonisti non solo gli speleologi dei Gruppi di Pordenone e Sacile ma anche numerosi esperti naturalistici italiani e stranieri (botanici, chirottologi, geologi, biologi, ecc.) e ricercatori locali e che porterà alla realizzazione di una pubblicazione, una mostra e una pubblicazione su questo affascinante gruppo montano valcellinese.

Pradis (PN) – Le ultime scoperte in Fossa del Noglar riaprono le esplorazioni in una “vecchia area carsica”

Pradis (PN) – Gli speleologi friulani in 15 giorni esplorano 700 metri di nuove grandi gallerie: risalgono un arrivo nelle parti terminali della Fossa del Noglar e aprono la via verso zone ignote. (Notizia ripresa da Scintilena)

A volte il sole splende anche sottoterra, anche oltre gli infiniti cunicoli della fossa del Noglar. Siamo nella zona di Pradis, nel Comune di Clauzetto.

Negli ultimi due weekend, speleologi di Sacile e Pordenone sono stati impegnati in una proficua esplorazione nelle parti più remote della grotta più estesa del Friuli occidentale, conosciuta da tempo come “Fossa del Noglar”, che nulla ha di difficile, se non i suoi lunghi cunicoli. Dopo una esplorazione approfondita in una zona lontana dall’ingresso, dove nessuno andava più dagli anni ’70, si è aperta una nuova grande via verso l’ignoto, con 700 metri di nuove gallerie misurate, e ancora tante possibili prosecuzioni. Leggi tutto…

Piena all’Abisso di Trebiciano

Il 3 Febbraio 2019 si è verificata una piena eccezionale sul Carso. Il Gruppo Triestino Speleologi ha documentato con foto e filmati l’acqua del fiume sotterraneo Reka Timavo in rapido aumento, che nella giornata di domenica ha raggiunto il livello massimo di piena di 92 metri; solo 20 metri più in basso della piena record del 1915. Riprese di Stefano Venier.

Ecco il video:

Ingresso della Grotta del Maestro impraticabile

Già segnalato qui, ma meglio ripetere:

Nella giornata di ieri, l’ingresso della Grotta del Maestro (n. 4168/5300VG) è diventato impraticabile, causa crollo della dolinetta in cui si apriva.

Attualmente la visita alla cavità è, quindi, impossibile (e comunque pericolosa!).

Vi invito a far girare la voce…

Marco Linus Di Gaetano

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Notizia ripresa da FaceBook

L’esplorazione in Abisso Speranza

Notizia ripresa dalla pagina FaceBook del USP, dove ci sono anche altre foto.
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Sono piccole, le grotte in Piancavallo, ma riservano spesso delle sorprese.

Nell’Abisso Speranza avevo sbirciato più di un anno fa, scivolando giù dalla cascata di ghiaccio che lo mette in comunicazione con la Grotta della Pioggia, mentre cercavo di liberare una corda, martellando il ghiaccio che la inglobava: un pezzo della cascata ha ceduto mentre lavoravo e sono volato dalla Grotta della Pioggia all’Abisso Speranza. Da queste avventure si impara a tenersi sempre una sicura. Per la cronaca, la sicura ce l’avevo, infatti scrivo queste righe sorridendo.

Quella era la prima esplorazione a cui partecipavo, invitato da Andrea, dopo il corso di introduzione e dopo le gite in quelle bellissime grotte il cui ingresso basso è la cucina di qualche trattoria. Leggi tutto…

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