Roberto Ive

Venerdì 25 febbraio è venuto a mancare uno dei personaggi più carismatici del panorama speleo-alpinistico triestino.

Roberto Ive, classe 1951, è stato, forse, più un esploratore che uno speleologo o un alpinista. Valente giornalista e fotografo, ha legato il suo nome soprattutto al libro “Click-in” dove le immagini delle più belle grotte del nostro Carso hanno ispirato una intera generazione di speleologi.

Di grande cultura generale, aveva la capacità di farti viaggiare con la mente mentre ti narrava le sue avventure in giro per il mondo … soprattutto quando parlava della Mongolia, quasi una sua seconda patria.

E, proprio là, sono stato con lui nel suo ultimo viaggio.

Mi mancherai tantissimo, vecchio amico!

Si potrà salutarlo, in via Costalunga, lunedì 7 marzo a partire dalle ore 8 (Sala Azzurra), mentre le esequie seguiranno alle 11.40.

Franco Gherlizza

Ultimo saluto a Carlo Padovese

Carlo, provato da un giornata di lavoro

Ieri il nostro amico Carlo Padovese si è spento. Speleologo da oltre 40 anni, segretario del nostro gruppo per quasi 30 anni, è una delle figure storiche della speleologia isontina. La sua lunga malattia gli aveva impedito, nell’ultimo anno, di continuare l’attività speleologica. Ma è rimasto con noi fino all’ultimo, aggiornandosi sugli scavi e le altre attività via telefono. Una forma di speleologia “da remoto” che non avremmo mai potuto immaginare fino a prima della pandemia ma della quale Carlo, sempre curioso verso il futuro, ha saputo approfittare. Da speleologo ha vissuto l’era delle scalette, poi quella delle corde, e ora anche quella delle videochiamate.

In questi giorni stavamo cercando di decidere se e come organizzare la solita festa per la prima domenica dell’anno. Ora sappiamo che sarà la prima senza Carlo. Senza Carlo a controllare quando la pasta è cotta. Senza Carlo a scattare le fotografie. Senza Carlo a battere le mani a ritmo della fisarmonica. Senza Carlo seduto vicino al caminetto, lui riscaldato dal fuoco e noi riscaldati dai suoi aneddoti dei decenni passati. Leggi tutto…

Commemorazione per la morte di Paolo Slama

Ieri, domenica 16 maggio 2021, è stata scoperta la targa commemorativa in memoria del Rosso.

Ci siamo ritrovati in una cinquantina di speleologi, giovani e non più giovani, davanti alla grotta Lindner per ricordare l’amico Paolo “Rosso” Slama. Il Presidente Fabrizio Viezzoli, con forte emozione rivolgendosi alla moglie, ai figli e ai presenti ha tratteggiato la carismatica figura di Paolo e il profondo vuoto che ha lasciato con la sua dipartita. Come la tradizione vuole dopo le parole di commiato tutti hanno alzato in segno di doveroso rispetto l’immancabile calice che è seguito da un commovente battito di mani.

Ciao Rosso non ti dimenticheremo!

Gli Speleologi pordenonesi perdono un amico: Renzo Degano

Non ricordo se è stato un Socio del Club Alpino Italiano o per quanto tempo uno Speleologo dell’Unione Speleologica Pordenonese CAI, ma certamente Alfonso Renzo Degano è stato un Uomo che ha amato e vissuto con grande, intensa passione alla Montagna e i vuoti che la riempiono.

In Unione ricorderemo per sempre la sua disponibilità e la sua, a volte severa, correttezza e determinazione nell’agire.

Lo ricorderemo con nostalgia non solo per gli indimenticabili giorni di “SpeleusFlumen 1996”, il grande Incontro Internazionale di Speleologia da lui fortemente voluto e coordinato tenutosi in quel di Fiume Veneto, o per le tante giornate trascorse in grotta o a divulgare, specialmente fra i giovanissimi, la conoscenza e il rispetto per l’ambiente sotterraneo o le serate a progettare nuove iniziative didattiche ma soprattutto per quella carica d’entusiasmo che sapeva trasmettere con il suo operato.

Renzo, vittima di quel subdolo, invisibile nemico comune chiamato Covid, ci ha lasciati a fine novembre più soli con un grande vuoto interiore e una profonda sensazione d’incompiuto.

Il Presidente dell’Unione Speleologica Pordenonese CAI
Roberto Faggian

Stefano Pavan al secolo Sex

Caro Stefano,
mi è difficile in questo doloroso momento riuscire ad esprimere, con delle adeguate parole, la tristezza e l’angoscia che provo di fronte alla constatazione che tu non ci sei più. Quanti anni ci siamo confrontati nel rispetto dei nostri differenti ruoli: tu libera e vulcanica mente del fare divertendosi e io quello che doveva far rispettare le regole del gioco.

Dopo la morte di Renata e di Marisa non avrei mai pensato di riprovare quel profondo dolore nel dover sconsolatamente ammettere che un socio, un amico, se vogliamo un figlio, con cui ho condiviso scherzi, impegnativi lavori ma anche importanti discussioni non è più fra di noi.

È sacrosanto il detto che il padre non dovrebbe mai sopravvivere ai propri figli e così il vecchio prex o l’obsoleto, come tu provocatoriamente mi chiamavi, ora deve fare i conti con la triste realtà di questa tua prematura e inspiegabile dipartita. Il tuo nome, caro Stefano, è associato nella mia mente al tuo inconfondibile sorriso. Un sorriso che lentamente ti si disegna sul volto, rischiarandolo, dandoti la sensazione di essere preso in giro ma che in verità nascondeva la tua giovanile timidezza che tu riuscivi a controllare. Adesso, purtroppo, tutto questo non ci sarà più, inevitabilmente noi tutti dovremo farcene una ragione, dovrò chiudere gli occhi e scorrere nella mente quegli scorci di vita che ho condiviso con te, con le tue idee e le sagaci osservazioni sugli altri. Il ricordarlo sarà il regalo più bello che tu mi abbia lasciato e che conserverò per sempre. Leggi tutto…

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