Campo speleo del CAT (30 luglio/9 agosto 2015)

Canin 1Quest’anno il campo è stato fatto sopra ai “pianori” del Pala Celar, zona dell’abisso Zeppelin come inquadramento geografico. Campo alquanto fortunato, il Canin ci ha regalato un tempo magnifico che ha reso il soggiorno in tenda ancora più piacevole, qualche intramezzo temporalesco serale ha solamente rinfrescato un po’ l’aria e non ha di certo impedito l’attività esplorativa.

La maggior parte delle persone sono arrivate al 1 agosto mentre Papo e Laura qualche giorno prima, hanno montato tutte le tende e allestito l’occorrente per “l’apertura ufficiale” del campo.

L’obiettivo principale della nostra presenza lì, oltre che il puro divertimento e il piacere di passare una settimana in tranquillità, era riprendere le esplorazioni in una grotta trovata da Papo e Paolo Manca negli anni ’90, esplorata dagli scopritori assieme ad altri amici del CAT e della Commissione Grotte Eugenio Boegan e poi abbandonata per vari motivi. Papo si ricordava bene di un meandro da allargare e di una sicura prosecuzione.

I lavori in questi grotta denominata “del Giglio” sono ripresi, il meandro è stato allargato e ci ha portati in una bella condottina chiamata “Topo-alaska” per l’aria gelida che delizia il passaggio, questa sfocia in un pozzo a cascata, inizio di una forra che, dopo qualche metro, ridiventa meandro classico.

Per il momento siamo fermi nella parte bassa di questo meandro a circa –120 metri di profondità, la prosecuzione c’è però bisogna allargare alcuni punti, questo è adesso il lavoro principale da fare.

Il Giglio “aspira” aria, segno che potrebbe essere un ingresso alto di un altro complesso ipogeo e, avendo l’Abisso Zeppelin che gira e rigira là sotto si può capire l’importanza che potrebbe avere questa cavità.

A circa –40 m dall’ingresso è stato trovato un pozzo parallelo che arriva alla base di un camino alto circa 30 m, probabilmente porta di nuovo all’esterno, a circa metà di questo camino sono state intraviste alcune finestre che potrebbero aprirsi su una via fossile e by-passare alta le zone meandriformi del fondo, bisognerà vedere.

Oltre al Giglio, le nostre forze si sono dirottate in battute di zona, sono stati trovati possibili ingressi, in due di questi abbiamo iniziato degli scavi che non hanno dato alcun frutto purtroppo, forse nel terzo, trovato da Laura e Andrea, c’è qualche speranza.

In aggiunta all’effetto microonde dato dal caldo e dal candore della pista di Prevala, la visione di un migliaio di persone stipate fuori dal Rifugio Gilberti in adorazione di Jack Savoretti e la birra fresca un miraggio irraggiungibile hanno reso il ritorno alla civiltà alquanto traumatico … ma va bene così, bisogna soffrir!

Hanno partecipato al campo: Paolo (Papo) Alberti, Clarissa Brun, Andrea Chiorri, Ernesto Giurgevich, Laura Miele. Hanno visitato il campo portando ogni ben di dio: Franco Gherlizza e Tiziana Varcounig. Hanno prestato le loro schiene aiutandoci a trasportare i materiali a valle, ai quali va il nostro più sentito ringraziamento: Alessandro Cernivani, Duilio Cobol e Massimo Razzuoli. Josef Vuch era partito con il nobile intento di precedere di un giorno la squadra ufficiale degli sherpa, ma l’unica giornata di grandine l’ha sorpreso lungo “un sentiero” … si rifarà presto!

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