Novità esplorative
Abisso del Cinquiz

Il Gruppo Speleologico San Giusto ha terminato le esplorazioni in questa nuova importante cavità del Carso triestino, evoluzione del preesistente Pozzo presso la Grotta del Cibic (1539/4435 VG), cui massacranti lavori di scavo hanno conferito la dignità di abisso. Rispetto a quanto già scritto su La Gazzetta n. 124, è stato sceso l’ampio pozzo di 11 metri che ha condotto però in una fangosissima galleria inclinata, che chiude in fessure impraticabili alla profondità di 160 metri. Risalendo il pozzo da 41, è stata però notata una finestra sulla parete opposta che, una volta raggiunta, ha permesso di accedere ad un ampio pozzo parallelo, a sua volta di 41 metri, parzialmente concrezionato. Da un ampio terrazzo alla profondità di 158 metri, parte una breve galleria interessata da notevoli depositi argillosi stratificati, mentre è possibile scendere per altri 17 metri in due pozzi in erosione praticamente paralleli. Sul fondo di uno di questi è stato intrapreso un ulteriore scavo che ha permesso di scendere in profondità di altri 5 metri, fino ad accedere ad un reticolo di fratture sub-orizzontali letteralmente ricoperte da cristalli. In una punta successiva questi ambienti, peraltro di dimensioni ridotte, sono risultati completamente allagati. La profondità raggiunta è di 182 metri. (MK)

Abisso di Rupingrande

Grosse novità provengono anche dal Club Alpinistico Triestino che nel corso dell’estate ha ripreso in esame questo vecchio abisso del Carso triestino (906/4035 VG), il cui ingresso si apre proprio tra le case del paese di Rupingrande e che, per questo motivo, è stato chiuso con una botola. Ottenuti i necessari permessi dal Comune, è stata forzata la fessura soffiante con cui l’abisso chiudeva a 118 metri di profondità. Dopo aver allargato uno stretto meandro di 6 metri, è stato sceso un primo pozzetto di pochi metri fino ad una strettoia, oltre la quale sprofonda un ampio pozzo di 40 metri. Ad una decina di metri dal fondo, è stata raggiunta una finestra che dà adito ad un pozzo parallelo, il cui fondo raggiunge la stessa profondità del primo. Seguono un pozzo di una decina di metri ed un cunicolo di nove metri che sfocia su un pozzo da 20 metri. Sul suo fondo, ad una profondità stimata di 190 metri, è stata individuata ancora una possibile prosecuzione in uno stretto cunicolo di una decina di metri che sembra poter dare adito a nuove interessanti prosecuzioni, anche per la sensibile corrente d’aria presente. (MTo)

Campo estivo in Cansiglio

Grazie all’ottima campagna pubblicitaria condotta, il campo realizzato dal 4 al 26 agosto sull’altipiano pordenonese è stato un vero successo, quantomeno a livello di partecipanti. Sono infatti state una novantina le persone che a vario livello hanno preso parte all’iniziativa: siciliani, umbri, campani, abruzzesi, marchigiani, laziali, emiliani, lombardi, veneti, valdostani, toscani e, ovviamente, corregionali, anche se in misura minore rispetto alle aspettative. Quanto all’attività svolta, circa 20 sono stati i chilometri quadrati di territorio battuti, parimenti 20 gli ingressi rivisitati, più di un chilometro le nuove parti esplorate, concentrate nel Bus della Genziana, numerosissimi i punti interrogativi chiusi nell’Abisso del Col della Rizza, altrettanti quelli aperti. Purtroppo molto lavoro è stato sprecato per rivedere inutilmente rami già esplorati negli scorsi decenni, senza che fosse stata lasciata alcuna relazione scritta per i posteri. Splendida infine la logistica che ha favorito l’instaurarsi di un ottimo rapporto tra i vari partecipanti. (da Speleoit) (MK)

Nuova grotta nel settore Robon Mogenza

Nel corso del campo estivo congiunto Gruppo Speleologico Pradis - Circolo Speleologico Idrologico Friulano, è stata fatta un’interessante scoperta. Infatti, nei pressi della sorgente sotto il bivacco Modonutti-Savoia sul massiccio del Monte Canin, è stata esplorata una nuova grotta dello sviluppo di circa 400 metri in ambienti fossili e con diverse frane. Per il momento sono stati raggiunti due fondi: il primo terminante in strette condotte ed il secondo in fessura soffiante in frana. (da Internet) (GB)

Campo alla Baita Morgante

Dall’1 al 9 settembre il “Geriatric Team” del Club Alpinistico Triestino ha organizzato un campo di esplorazioni e ricerche finalizzate al censimento degli ipogei artificiali della Grande Guerra. Nel corso della settimana, sono stati rilevati 40 nuovi ipogei e ne sono stati revisionati 26 dei 29 che erano stati trovati nella campagna esplorativa del 2002. La zona interessata dalle ricerche comprende l’intera cresta sommitale che va dalla Creta Timau al Monte Custalta, passando per Cima Avostanis, passo Pramosio e Monte Scarniz. Una battuta ha interessato anche la Sella Cercevesa e la Creta di Mezzodì. In totale quindi, nella zona presa in esame, sono stati censiti 69 ipogei artificiali della Grande Guerra anche se è molto probabile che qualcosa sia sfuggito all’indagine. Già che si era in zona, si è provveduto a eseguire la documentazione fotografica e la posizione GPS di cinque grotte naturali che si aprono nei paraggi della Baita Morgante. Alcune battute di zona, alla ricerca di cavità naturali, hanno dato esito negativo. Al campo hanno partecipato tre soci del CAT e uno della SSC “Lindner”. (FG)

Veliko Sbrego 2007

Durante il mese di agosto si è tenuto un campo internazionale sotto la cima del Rombon (Canin sloveno), organizzato da 18 russi del Cavex Team, affiancati da 26 speleologi di varia nazionalità, tra cui 8 italiani. Numeri importanti, ma necessari in considerazione dell’ambizioso obiettivo della spedizione, ovvero il superamento, alla profondità di 1.250 metri, del secondo sifone scoperto l’anno precedente. Infatti nel corso del 2006 lo stesso team esplorativo aveva superato l’allora sifone terminale, percorso per 160 metri di lunghezza per 50 di profondità, per poi raggiungere 300 metri di enormi gallerie fino ad arrivare su un secondo specchio d’acqua. Durante una prima punta, il forte speleosub Yura Bazilevsky è riuscito a superare questo secondo sifone, percorrendo in immersione 50 metri di lunghezza per soli 5 di profondità, per poi accedere ad una galleria aerea di grosse dimensioni. In una punta successiva sono stati percorsi ben trecento metri di questa galleria arrestandosi per il momento su un terzo sifone. (dal sito del Gruppo Grotte Brescia) (MK)