Pubblicazioni edite
Gortania

Il Museo Friulano di Storia Naturale di Udine ha recentemente editato i propri Atti, e più precisamente il volume 24, 2002. Di sicuro interesse per la speleologia regionale, è il lavoro di G. Cancian e F. Princivalle “Caratteristiche mineralogiche delle argille di grotta del Friuli-Venezia Giulia (Progetto Clay)”, che viene ospitato in questo volume alle pagg. 5-30. I lettori de La Gazzetta si ricorderanno certamente del Progetto Clay, patrocinato dalla FSR e dalla stessa condotto, grazie alla collaborazione dei numerosi gruppi speleologici che, nel corso di diversi anni, hanno portato all’esterno 184 campioni di argilla di grotta e consegnati ai due ricercatori (Graziano Cancian per conto della FSR e il prof. Francesco Princivalle per il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Trieste) che li hanno poi esaminati e studiati. Quasi una quindicina i gruppi speleologici regionali impegnati nella raccolta dei campioni, talvolta anche in abissi a grandi profondità. I risultati esposti nel lavoro, che ha coperto praticamente tutte le aree carsiche della Regione Friuli-Venezia Giulia – dai “bassi carsi” presso il mare Adriatico fino agli “alti carsi” delle Alpi Carniche e Giulie – parlano, tra l’altro, di campioni sotterranei abbastanza simili ai suoli argillosi che si trovano all’esterno delle grotte e che rispecchiano le caratteristiche geolitologiche locali, tranne qualche eccezione, come nel caso delle argille giallastre del Carso (tipo B). I fillosilicati sono maggiormente presenti nei sedimenti argillosi delle grotte del Carso, mentre i carbonati tendono a prevalere nei limi delle grotte d’alta quota. Ne consegue che il rapporto fillosilicati/carbonati diminuisce con la quota altimetrica.

A conclusione della ricerca i ricercatori hanno osservato che per ogni zona considerata i sedimenti argillosi di grotta hanno caratteristiche ben definite. In particolare: 1) i carbonati sono più abbondanti nelle grotte di alta quota e molto scarsi nel Carso. Nel Canin prevale la calcite, mentre nelle Prealpi Carniche è abbondante anche la dolomite che spesso raggiunge percentuali uguali o superiori a quelle della calcite; 2) il quarzo è più abbondante nelle zone caratterizzate dal flysch (Monti La Bernadia, 24%) e nel Carso (17%). È scarso invece nel Canin (5%); 3) l’illite/muscovite è più abbondante nelle Alpi Carniche (77%) e più scarsa nel Canin (49%); 4) la clorite è più abbondante nelle Prealpi Carniche (27%) e più scarsa nel Carso (13%). Talvolta è abbondante anche in certe aree delle Alpi Carniche; 5) la caolinite è abbondante in certe argille gialle del Carso, associate al livello delle “sabbie siltose” (19% di media, ma con valori che talvolta superano i 50%). È abbondante anche in certe grotte del Canin, dove è presente la pirite. È scarsa invece nella Valle dello Judrio (4%); 6) la smectite infine è abbondante nella Valle dello Judrio (24%) e scarsa nelle Alpi Carniche (1%).

Curioso infine segnalare che tra i minerali accessori, rinvenuti nei campioni di quasi tutte le aeree esaminate, non sono mancate le sorprese, in special modo nelle grotte del Monte Canin: la pirite nella grotta Dobra P., la nordstrandite nella Grotta a N del M. Ursich, la carbonato-idrossiapatite nell’Abisso 3° del Picut. (GB)

Atti Congresso di Bologna

A fine agosto, in concomitanza con lo svolgimento del 19° Congresso Nazionale di Speleologia, sono stati distribuiti i relativi Atti. Due i lavori riguardanti la nostra Regione: alle pagine 37-50 M. Anselmi e R. Semeraro espongono nel lavoro “Carsismo e idrogeologia delle Cime del Monte Musi (Prealpi Giulie occidentali)” i risultati di 12 campagne esplorative e di ricerca, che hanno portato al rilevamento di 230 cavità, nonché all’esecuzione di indagini geomorfologiche e idrogeologiche.

Alle pagine 183-192 F. Gherlizza e M. Gherlizza con “Orsi e Carso: ultimo domicilio conosciuto” elencano le cavità del Carso triestino in cui sono stati rinvenuti resti dell’Ursus spelaeus. Inoltre un autore della nostra Regione (P. Guidi), assieme ad un altro speleologo, ha curato il lavoro “Quattro anni di incidenti in grotta ed in forra (1998-2001)”, pubblicato alle pagine 201-206. (GB)

Memorie IIS: aree gessose italiane

Nei mesi scorsi è stato distribuito il vol. XIV, serie II, delle Memorie dell’Istituto Italiano di Speleologia. Il volume, curato da Giuliana Madonia e Paolo Forti, è intitolato “Le aree carsiche gessose d’Italia” e tratta appunto del carsismo nei gessi in Italia. Dopo una parte generale, viene preso in considerazione il carsismo regione per regione. Per quanto riguarda la nostra, essa è curata da Franco Cucchi e Chiara Piano (Dipartimento di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine dell’Università di Trieste), e la relazione ricalca praticamente quella presentata al Convegno sui “sinkhole” del marzo 2000 a Grosseto, e pubblicata sui relativi Atti, già recensiti su La Gazzetta nel numero 77, aprile 2003. (GB)

Notiziario del Parco

Un articolo, a firma di Giuseppe Muscio, sulle miniere del Rio Resartico (Resiutta - UD), compare a pag. 2 del Notiziario del Parco Prealpi Giulie, anno IV, n. 1 – settembre 2003. Si tratta di una breve relazione sulle ricerche intraprese dal Museo Friulano di Storia Naturale, con la collaborazione del Circolo Speleologico Idrologico Friulano, nel complesso minerario, oramai abbandonato da molti decenni e la cui visita è sconsigliata, a causa del pericolo di crolli. (GB)

Glacies

L’età dei ghiacci in Friuli. Ambienti climi e vita negli ultimi 100.000 anni. È l’esplicito titolo di una mostra che si è tenuta alla ex chiesa di San Francesco a Udine dal 18 gennaio al 30 aprile di quest’anno. La mostra, allestita dal Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, è stata accompagnata da un catalogo estremamente ben curato da Giuseppe Muscio e comprendente diversi e interessanti capitoli tra i quali – dal punto di vista speleologico – vale la pena di citare quello scritto da Fabio Stoch e intitolato “Glaciazioni e fauna cavernicola” nel quale l’autore spiega come l’ambiente delle grotte può essere stato un’area di rifugio per certe specie, legate ai climi freddi, che altrimenti non si sarebbero salvate dalle glaciazioni. (MB)