Novità esplorative
Nuovo ingresso alla Grotta Impossibile

La stampa locale ci regala importanti novità in merito al grande complesso sotterraneo scoperto nel corso della realizzazione delle gallerie autostradali realizzate sul Carso triestino, nel tratto compreso tra le località di Padriciano e Cattinara. La grossa preoccupazione era che, una volta terminati i lavori (fine 2008) ed aperto al traffico veicolare il tratto autostradale, l’accesso alla grotta diventasse a tutti gli effetti “impossibile”, per ovvi motivi di sicurezza. Il pericolo è ora scongiurato grazie al lavoro degli speleologi della CGEB che, nel corso delle esplorazioni da loro condotte nella cavità, hanno effettuato delle risalite sulle pareti del grande cavernone raggiungendo dei vani siti in prossimità della superficie esterna. Grazie all’utilizzo degli ARVA, è stato possibile così ottenere un collegamento “virtuale” con l’esterno, ipotizzato nel novembre 2006 e tramutatosi in realtà grazie ad un oneroso lavoro di scavo in roccia viva, conclusosi appena nell’aprile 2007 dopo ben 46 uscite. Il secondo ingresso così ottenuto si trova a pochi metri dal lato destro della strada che da Trieste conduce a Basovizza, poco dopo il tornante. Gli scopritori, dopo aver raggiunto un accordo con il proprietario del terreno, hanno chiuso l’ingresso con una robusta botola, ovviamente chiusa a chiave, ed hanno attrezzato i primi metri di discesa con delle scale metalliche. Sull’ingresso, battezzato Via Augusta, è stata apposta anche una targa con un motto in latino, celebrante l’avvenimento. La notizia dell’apertura di questo nuovo ingresso, che garantirà dunque la possibilità di continuare anche nel futuro ai soli speleologi la visita, l’esplorazione e lo studio di questo gigantesco fenomeno ipogeo, ha finito poi per condizionare un’interessante iniziativa promossa dal Comune di Trieste. Quest’ultimo infatti si era ripromesso a sua volta di ottenere un ingresso artificiale alla grotta mediante un traforo, eseguito dalla stessa ditta incaricata di realizzare le gallerie autostradali, che partendo dal Bosco Bazzoni avrebbe consentito un accesso agevolato per chiunque fosse stato intenzionato a visitare la Grotta Impossibile. L’assessore Bandelli aveva infatti convocato un tavolo di lavoro formato da Federazione Triestina, Federazione Regionale, Catasto, Università, Società Alpina delle Giulie, Ditta Collini e lo stesso Comune, al fine di esaminare la fattibilità del progetto. Ma a quanto sembra non se ne è fatto più nulla, forse proprio in seguito a questa scoperta. (da Il Piccolo del 2 gennaio) (MK)

Lavori al Fontanon di Goriuda

Nei primi tre week end del mese di gennaio, tre speleosub del Club Alpinistico Triestino (Duilio Cobol, Ernesto Giurgevich e Gianfranco Manià), con l’appoggio logistico di un gruppo di grottisti del Club e di un socio del Gruppo Speleologico San Giusto, hanno eseguito, all’interno del Fontanon di Goriuda (m 868 slm), dei lavori mirati ad agevolare le prossime esplorazioni in questa storica grotta del Friuli, che vanta il numero 1 del Catasto.

In dettaglio, e in totale, sono state impiegate poco più di cinquanta ore per le seguenti operazioni:

  1. sistemazione della linea telefonica dall’ingresso della grotta al 3° sifone (500 metri);
  2. allestimento del campo base interno (all’ingresso del 1° sifone), con ponteggi di acciaio zincato e chiodatura dei supporti per la sistemazione dell’attrezzatura speleosub;
  3. sostituzione e ripristino delle sagole dal 1° al 3° sifone;
  4. installazione di una dozzina di staffe in ferro tra l’uscita del 1° e l’ingresso del 2° sifone per agevolare, e rendere più sicuro, il superamento del tratto in arrampicata;
  5. allestimento di una teleferica tra il 1° e il 2° sifone per il trasporto delle attrezzature;
  6. nuovo ancoraggio e sostituzione delle corde per la risalita dal 2° al 3° sifone;
  7. allestimento di una teleferica per sollevare l’attrezzatura speleosub dal 2° al 3° sifone;
  8. revisione del rilievo dall’ingresso all’uscita del 2° sifone;
  9. documentazione video-fotografica;
  10. immersione a scopo indagativo, di uno speleosub, nel 3° sifone.

La grotta, a questo punto, è attrezzata, in modo permanente, per agevolare gli speleosub che vogliono cimentarsi nell’eventuale superamento del 3° sifone. Le prossime immersioni avranno per obiettivo il rilievo e la documentazione video-fotografica degli ambienti compresi tra il 2° e il 3° sifone e, naturalmente, l’indagine esplorativa del 3° sifone. Poi, condizioni meteo, esperienza, determinazione e fortuna dovranno fare la loro parte. Sempre che i Guriutz (nani trogloditi che vivono nella grotta) lo permettano! (FG)