Varie
Sito CSIF

Anche il Circolo Speleologico Idrologico Friulano di Udine si è dotato di un sito Internet, che corrisponde all’indirizzo www.csif.it. Pieno di contenuti, buona grafica e belle foto (soprattutto ad opera di Adalberto D’Andrea), il sito ospita nella pagina iniziale una “vetrina di news”, con le novità recenti, che vengono dettagliate con luogo e data (“dove, quando”). Dei link sulla destra della Homepage portano ad illustrare alcune grotte nelle varie aree carsiche della provincia di Udine (“Grotte”), gli ultimi numeri di Mondo Sotterraneo, gli indici di tutti i numeri della rivista stessa, il catalogo On Line, il tutto nel link “Pubblicazioni”. In “Attività” sono esposte alcune delle iniziative condotte nel corso degli anni e in “News” si rimanda alle ultime novità. La colonna di sinistra dei link illustra il CSIF (“chi siamo”, “storia”), con informazioni tecniche (ubicazione della sede a Udine, contatti per e-mail) e notizie varie come i nominativi di tutti i presidenti che si sono succeduti negli anni, la composizione dell’attuale Consiglio Direttivo con i vari incarichi. Scorrendo ancora la colonna di sinistra troviamo ancora l’attività, informazioni sul corso di speleologia e una presentazione sui fenomeni carsici e il carsismo in genere, nel link “Didattica”. Ancora altre sezioni illustrano le spedizioni effettuate sia in Italia che all’estero, le grotte in Friuli (con un rimando al Catasto storico delle grotte della CGEB), nuovamente le pubblicazioni e ancora la biblioteca con possibilità di ricerca delle pubblicazioni presenti presso il CSIF. (GB)

“Speleorando”

Il giorno 15 maggio ha preso il via il corso “Speleorando”, organizzato dalla Scuola di Speleologia del Club Alpinistico Triestino con il patrocinio della SSI. L’iniziativa si prefigge lo scopo di far conoscere l’ambiente ipogeo nel modo più semplice e divertente possibile. La formula è quella di organizzare delle escursioni in grotte che non presentano particolari difficoltà tecniche, dando alle persone che vogliono avvicinarsi al mondo ipogeo la possibilità di visitare alcune cavità che non fanno parte del classico circuito turistico. Il programma prevedeva quattro incontri in sede e quattro escursioni in cavità, alla Grotta dell’Acqua, alla Grotta Claudio Skilan e alla Grotta Savi (sul Carso triestino) e al Fontanon di Goriuda (in Friuli). Nove le persone che si sono iscritte. (FG)

Rifiuti in grotta e sulla stampa

Sempre più spesso leggiamo sulla stampa locale articoli che ci coinvolgono a livello speleologico, e purtroppo, sempre più spesso, ci rendiamo anche conto di come l’immagine che vorremmo dare della nostra attività non sia nemmeno conosciuta e riconosciuta da chicchessia. Sembra quasi che le esplorazioni, le pubblicazioni, i corsi e le attività varie siano e restino ad esclusivo uso e consumo nostro. Questo che segue è l’ennesimo esempio di tutto ciò: da molti anni gli speleologi si dedicano anche alla pulizia di grotte e alla bonifica di aree carsiche; lo fanno perché rientra nella propria filosofia e, negli ultimi anni, in un più ampio programma di tutela ambientale, coordinati a livello nazionale dalla Società Speleologica Italiana che programma la manifestazione Puliamo il Buio. Nella provincia di Trieste, organizzati dalla FST, gli speleologi ogni anno bonificano un’area grazie anche all’appoggio degli Enti locali: ma evidentemente poco risalto viene dato alla cosa tant’è vero che nei sopralluoghi eseguiti e di cui parla l’articolista non c’è traccia della presenza di speleologi tra i presenti. Forse, però, la colpa è anche nostra e della nostra continua mancanza di volontà di uscire dal buio… (MB)


«Discarica nella grotta “Revolver” di Fernetti
La circoscrizione vuole la bonifica della cavità naturale dove per anni sono stati buttati anche liquidi infiammabili. A Opicina c’è una pericolosa discarica all’interno di una grotta che potrebbe contenere reperti paleontologici di grande importanza. Tanto che la circoscrizione ha chiesto che la cavità naturale venga bonificata al più presto. Il nome della grotta porta alla mente l’arma più utilizzata dall’uomo nell’ultimo secolo, ma anche uno dei dischi più belli registrati dai famosi Beatles: “Revolver”. La cavità si trova nelle vicinanze della conca di Orlek, quasi a metà strada tra la frazione di Opicina e quella di Fernetti. L’ingresso di questo ipogeo è situato in quella che un tempo era una fondo di dolina coltivata, l’ennesimo brano di terra strappato dagli antichi carsolini alla roccia e utilizzato per trarne un minimo di sussistenza. Purtroppo, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la grotta Revolver è stata utilizzata quale discarica per tutta una serie di materiali di risulta. Inerti, immondizie diverse, materiali ingombranti e inutilizzati e non solo. Secondo alcuni residenti dentro l’antro sono stati gettati pure liquidi infiammabili utilizzati addirittura da vecchi lanciafiamme. Comunque sia, la grotta e le sue immediate adiacenze sono state utilizzate come discarica per diverso tempo. Una sorte che, a dispetto della legge di tutela delle cavità naturali, è toccata a decine e decine di forre e antri dell’altopiano, porte naturali per la conoscenza del mondo ipogeo spesso devastate dai vandali e inquinate da persone che vi hanno gettato i propri rifiuti. In questi giorni una comitiva di persone ha condotto un sopralluogo alla vecchia Revolver. Oltre al presidente della circoscrizione di Altipiano Est Milkovic, c’erano anche il presidente della Comunella di Banne Guglielmo Husu, la presidentessa del circolo cultura Grad della medesima località Neva Husu e il direttore provinciale della Forestale Aldo Cavani. «Abbiamo voluto renderci conto personalmente sulla situazione di questa vecchia discarica – informa Milkovic. Forse non molti sono al corrente che la grotta Revolver potrebbe celare ancora qualche importante sorpresa agli studiosi della preistoria. Comunque sia – continua – è giunto il momento di pensare a avviare una bonifica radicale di questo antichissimo sito per restituirlo, integro e pulito, a speleologi e escursionisti». Non sarà una operazione facile. Oltre ai materiali di risulta gettati nell’antro, pure tutta la parte emerse circostante, sepolta pure sotto una coltre di vegetazione invasiva, nasconde quintali e quintali di rifiuti. Ma il presidente della circoscrizione e gli operatori di Banne non demordono. A breve condurranno un ulteriore indagine nel sito facendosi accompagnare dal responsabile della Stazione forestale di Opicina: sarà una nuova tappa in vista di un recupero auspicato da molti. La vecchia Revolver ha probabilmente ancora molto da offrire a chi la visiterà con rispetto.» (da Il Piccolo dell’8 aprile)