Ambiente
Direttive CEE e speleologia

Nella seduta dell’8 febbraio scorso la Giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia, con la delibera n. 217, ha provveduto ad individuare, ai sensi della direttiva 79/409/CEE cosiddetta “Uccelli”, la zona di protezione speciale IT3341002 “Aree carsiche della Venezia Giulia” che andrà a far parte della rete Natura 2000 come sito di interesse comunitario di cui alla direttiva 92/43/CEE. Al di là della terminologia e della burocrazia, che qui è stata notevolmente ridotta, è interessante estrapolare dalla documentazione allegata alla delibera (composta anche da corposa cartografia 1:5.000) quanto di interesse per il nostro mondo speleologico.

Veniamo così a sapere nel capitolo 4.2 sulla qualità ed importanza del sito che […] diffuso e localmente piuttosto comune Proteus anguinus, vertebrato stigobio di importanza prioritaria (dal 2003), che nella zona trova il suo limite occidentale di diffusione naturale. […] e che […] Tra gli insetti merita segnalare la presenza di Leptodirus hochenwarti, conosciuto solo per alcune grotte di quest’area nell’ambito dell'intero territorio italiano […].

Inoltre nel capitolo successivo (4.3 “vulnerabilità) si pone il problema della tutela delle specie considerate e degli eventuali rimedi […] L’imponente sistema idrologico sotterraneo risulta particolarmente vulnerabile all’inquinamento idrico e alla realizzazione di infrastrutture, soprattutto in relazione alla conservazione di Proteus anguinus, minacciato anche dall’abuso delle raccolte amatoriali. Le cavità carsiche rivestono notevole valore per i Chirotteri, per tale motivo l’accesso alle grotte di maggiore importanza andrebbe regolamentato per limitare il disturbo derivato dall’attività speleologica […].

Questa delibera, che andrebbe ad aggiungersi ad altre precedenti (come la n. 228 del 10 febbraio 2006, sempre riguardante la sentenza di condanna della CEE “habitat 8310 grotte non ancora sfruttate a livello turistico”), rimarca una volta di più il caos legislativo che si sta verificando attorno agli ambienti carsici e a quelli del Carso in particolare. Risulta ancor più evidente e impellente un coinvolgimento delle associazioni speleologiche e degli esperti del settore, laddove sembrerebbe che gli speleologi e la frequentazione delle grotte da parte loro siano le cause di una riduzione del numero dei protei o dei pipistrelli.

Tali affermazioni faranno sorridere gli speleologi che frequentano le grotte carsiche, e ancor di più quelli che hanno potuto avere l’opportunità di vedere i progetti del futuro Corridoio 5 che attraverserà in gallerie tutto il Carso monfalconese e triestino. Sarebbe interessante sapere quali saranno i provvedimenti che verranno presi in fase esecutiva per la tutela delle specie considerate. (GB)