Novità esplorative
Novità dall’Abisso dei Morti

Dopo le notizie pubblicate su La Gazzetta n. 93 dell’agosto 2004, la squadra capitanata da Moreno Tommasini ha proseguito nel 2005 i lavori di disostruzione in fondo allo storico abisso. L’opera è stata resa problematica dalla presenza di una notevole quantità d’acqua che sommergeva i detriti, ma la perseveranza degli speleologi del Club Alpinistico Triestino ha avuto la meglio. Si è così potuti giungere al famoso slargo finale, posto a 254 metri di profondità (secondo il vecchio rilievo), dove era stata posizionata la famosa mina all’origine del tragico evento che portò alla morte dei quattro operai. È stato così possibile dare una risposta ad uno dei misteri della storia della speleologia triestina, accertando che la mina non era scoppiata, ma si era semplicemente innescata dando origine ad una lenta combustione, testimoniata dal nerofumo che avvolge le pareti del vano, ancora intatte e con ben evidenti i segni dei barramine. Evidentemente è stata questa lenta combustione all’origine della gran quantità di gas tossici prodottisi nella triste occasione. La fessura finale, una volta liberata a sua volta dai detriti, ha ripreso a drenare l’acqua e si è riattivata una certa circolazione d’aria, talvolta anche forte, che fa sperare in possibili collegamenti con vani più grandi, anche se il lavoro che si presenta è senza dubbio particolarmente improbo. La disostruzione continua. (MT)

Mala Boka

Una straordinaria notizia è apparsa in rete. A metà dicembre, una squadra mista composta dai soliti bresciani e sloveni ha compiuto una punta nell’Abisso BC4, sito sul versante sloveno del Monte Canin ed a suo tempo scoperto da speleologi polacchi. Dopo una serie di impegnative disostruzioni, è stata toccata la quota di -920. La grotta termina al momento con un bel P40, ma il fatto importante è che a metà di questo pozzo sono state ritrovate le Gallerie Millenium di Mala Boka. È stata così realizzata la giunzione con la chilometrica risorgiva, formando un unico sistema con una profondità complessiva di ben 1.400 metri. Tra ingresso ed ingresso è così possibile ora effettuare una traversata quasi da record, la seconda al mondo, con 1.320 metri di dislivello e 10 chilometri di sviluppo. Inutile dire che questa traversata è stata effettuata immediatamente, la settimana successiva, dall’attivissimo team italo-sloveno. (dal sito Internet del G.G. Brescia ) (MK)