Pubblicazioni edite
La nostra speleologia

Dopo quasi quattro anni di assenza, torna il bollettino della sezione speleologica del Club Alpinistico Triestino con il numero unico del 2004. Come da tradizione, sono 80 le pagine che compongono la rivista che spazia su vari argomenti. Si comincia con una rievocazione storica di due esplorazioni d’altri tempi, mediante la trascrizione integrale delle relazioni scritte all’epoca, passando dall’esplorazione del 1895 della Grotta di Odolina ad opera del Club Touristi Triestini (pagg. 3-11) a quella della Grotta Vittoria condotta nel 1928 dalla XXX Ottobre (pagg. 11-20). Segue quindi la descrizione dell’Abisso Massimiliano Puntar, cavità del Carso profonda 145 metri, esplorata, questa volta dal CAT, nel 1995. Dal Carso si passa al Friuli, e più precisamente all’area del Monte Cimone; due articoli (pagg. 27-38) descrivono alcuni rami secondari dell’Abisso Maidirebanzai, esplorati tra il 1994 e il 1996, che aumentano sensibilmente lo sviluppo di questa importante cavità lasciata ormai purtroppo nel dimenticatoio. Inframmezzati da un aggiornamento su una cavità minore dell’area del Canin, compaiono quindi due racconti fantasy di Franco Gherlizza, che si rifà a luoghi e personaggi reali da cui trarre lo spunto per due novelle di un certo fascino, ambientate sul Cimone e sul Canin. Chiudono la rivista due lavori: uno a carattere storico, riguardante la riproposizione di un sistema di catalogazione delle cavità ipotizzato da Franz Kraus nel 1894 (pagg. 59-64), e uno a carattere ambientale, con un elenco, peraltro già superato, delle grotte inquinate, ostruite e distrutte della Venezia Giulia (pagg. 65-80). Degna infine di nota la copertina, dedicata all’inquinamento ipogeo, la cui foto principale riesce nell’intento di sdrammatizzare anche un argomento così serio. (MK)

Acta Geologica

Il Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento ha pubblicato un volume speciale della collana Studi Trentini costituito dagli atti del progetto di ricerca nazionale “Ricostruzione paleoclimatica del Tardiglaciale-Olocene da concrezioni di grotta in Italia”. Tra i 18 lavori che compongono la pubblicazione, due hanno a che fare con le grotte della nostra Regione. Il primo (pagg. 111-125) si intitola “Ricostruzione climatica degli ultimi 17.000 anni da una stalagmite della Grotta Savi (Trieste, Italia)”, di autori vari. Il secondo (pagg. 169-173) ha per titolo “Record di luminescenza ad alta risoluzione di uno speleotema della Grotta Savi, Trieste, Italia”. (MK)

Alpinismo triestino

Il numero di novembre-dicembre 2005 di Alpinismo triestino, rivista della Associazione XXX Ottobre CAI, presenta al suo interno due spunti di interesse speleologico. Il primo riguarda una escursione di due soci in canoa nelle grotte del parco sloveno di Rakov Škocjan, con tanto di corde ed illuminazione. Forse un’esperienza che non sarebbe da ripetere, vista la pericolosità. Alle pagine 12-13, invece, un resoconto del corso speleologico del gruppo di Alpinismo Giovanile, svolto in collaborazione con il Gruppo Grotte, con le impressioni di due degli allievi partecipanti. (GB)

Labirinti

Il bollettino n. 24 del Gruppo Grotte CAI Novara contiene, come accade da qualche numero, una serie di novità riguardanti le grotte e le esplorazioni effettuate in Carnia. Due sono gli articoli principali: il primo, di G.D. Cella e S. Milanolo “Grotte alla Creta di Rio Secco (UD): 3° contributo”, pagg. 45-58, descrive le scoperte fatte nel corso dell’ultimo anno sia nell’Inghiottitoio sotto Casera Val Dolce, ribattezzato “Grotta Mater Booby”, interessante cavità che riserverà per il futuro piacevoli sorprese, sia nell’adiacente area della Creta di Rio Secco, con tre nuove piccole cavità interessate da depositi di ghiaccio e neve. Inoltre viene fatto un cenno ad un tracciamento (non andato a buon fine) delle acque della Val d’Aip in relazione all’Abisso Polidori (La Schialute). Alle pagine 59-68 l’articolo “Diario del campo Carnia 2004” illustra invece giorno per giorno quanto hanno fatto gli speleo novaresi nelle aree sopra descritte.

In fondo al bollettino, nelle rubriche “Relazione sull’attività 2004” e “Attività di campagna 2004”, è possibile leggere ancora sull’attività svolta dal GGN nella nostra regione. (GB)

Bell’Italia

Sul numero 235 – novembre 2005 della prestigiosa rivista di turismo edita dalla Mondadori troviamo un bell’articolo dedicato alla Grotta Gigante. In nove pagine la giornalista descrive con dovizia di particolari la celebre grotta turistica, corredando l’articolo con alcune belle fotografie e con riferimenti alle manifestazioni che vi si tengono per la Befana o a Ferragosto. Immancabile qualche svista che va evidenziata più che altro per curiosità: come quando si parla dei resti delle slavine di 8 mila anni fa visibili nella grotta o quando si afferma che le grotte censite nella provincia di Trieste sono circa 27mila. (MK)

Opera Ipogea

Il numero 2/3 – 2004 di Opera Ipogea, la rivista della Commissione Nazionale Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana, contiene i dati sintetici del Catasto Nazionale Cavità Artificiali. Vengono presentati i dati suddivisi per regione, e il Friuli-Venezia Giulia, il cui curatore regionale è Paolo Guglia, risulta essere, con 830 cavità artificiali, la regione con il maggior numero di cavità catastate, seguita dalla Puglia con 535 e dalla Liguria con 373. Lo stesso Guglia ha poi firmato l’articolo di presentazione del Catasto Nazionale delle Cavità Artificiali (pagg. 5-8). (GB)

La Rivista del CAI

Il numero di novembre-dicembre 2005 de La Rivista, bimestrale del Club Alpino Italiano, ospita un articolo, a firma di Giulio Perotti della CGEB, dal titolo “Speleologia e preistoria”. Dopo una breve ma esaustiva premessa in cui l’autore esplicita in modo mirabile le motivazioni che possono spingere gli speleologi a scendere nel sottosuolo, e le diverse soddisfazioni che vi si possono cogliere, vengono raccontate due sue esperienze personali riguardo il rinvenimento in cavità di tracce dell’uomo preistorico. Nella Grotta Scaloria (Puglia) e nelle Stufe di S. Calogero (Sicilia) Perotti ha avuto la fortuna, oramai parecchi anni addietro, di trovarsi, per primo, davanti a diversi reperti, così come erano stati lasciati migliaia d’anni prima dai precedenti visitatori, alcuni dei quali ha potuto rinvenire sotto forma di scheletri completi. (GB)