Novità esplorative
Grotta Impossibile

Nei mesi di gennaio e febbraio sono continuate le esplorazioni nell’ormai celebre cavità, intercettata durante i lavori di scavo delle gallerie tra Cattinara e Padriciano previste dal progetto di completamento della Grande Viabilità Triestina. Purtroppo le occasioni esplorative sono limitate alle sole giornate di sabato, quando il cantiere autostradale sospende i lavori di scavo con l’utilizzo di esplosivo. Nelle poche punte che pertanto è stato possibile effettuare, sono stati comunque ottenuti dei risultati di notevole importanza che hanno già reso la Grotta Impossibile una tra le maggiori del Carso triestino.

Oltre a varie diramazioni minori, è stata raggiunta in arrampicata una finestra nel grande salone (vedi La Gazzetta n. 97). Da qui si diparte una galleria, decisamente impostata su di una grossa frattura, che, alternando tratti in parte molto concrezionati a parti ben modellate dall’erosione, prosegue sempre più ampia con impegnativi saliscendi fino ad un grande pozzo di una quarantina di metri che si spalanca su di un’ampia caverna da cui si dipartono svariate vie, subito ribattezzata “Bivio H” in quanto la sua planimetria ricorda il celebre incrocio viario. Seguendo la galleria principale, che fino a questo punto si sviluppa più o meno alla stessa quota della galleria artificiale, ci si approfondisce per poco più di un centinaio di metri, scendendo alcuni pozzi di ampie dimensioni, fino ad arrivare in ambienti piuttosto vasti, ma caratterizzati dalla presenza di enormi riempimenti fangosi che per il momento sembrano occludere eventuali prosecuzioni. Ovviamente, lungo il percorso fin qui fatto, rimangono numerose le vie laterali da visionare. Tutte le esplorazioni sono state condotte da singoli speleologi di vari gruppi, coordinati da Louis Torelli per conto del prof. Cucchi, curatore del Catasto Regionale delle Grotte. Quanto allo sviluppo planimetrico, esso è ormai al momento attuale stimabile attorno al chilometro e mezzo. Consultando il sito www.boegan.it è poi possibile visionare numerose fotografie della grotta, opera di Umberto Tognolli.

Contemporaneamente è scattata la ricerca di un ingresso naturale alternativo che consenta comunque l’accesso al sistema sotterraneo. Infatti non vi è alcuna certezza che in futuro l’ingresso artificiale della Grotta Impossibile rimanga aperto agli speleologi; questo per ovvie ragioni di sicurezza, essendo esso situato all’interno di una galleria autostradale. Pertanto, guidati dai paletti esterni posizionati dalle ditte appaltatrici che hanno effettuato in superficie alcuni sondaggi al di sopra del percorso previsto per le gallerie autostradali, numerosi gruppi triestini si sono letteralmente scatenati nell’allargamento di fessure, aiutati anche dall’aria che, a seguito dei lavori, ha cominciato a spirare da più punti con particolare violenza, accompagnata per di più dall’inconfondibile odore di gasolio ed esplosivo tipico del cantiere sotterraneo sottostante. Particolarmente promettenti sembrano essere due scavi intrapresi alla Grotta del Bosco dei Pini (VG 18) e in una vicina dolinetta, ma disostruzioni più o meno assennate sono state effettuate un po’ dappertutto. L’impatto ambientale è stato però tale da obbligare la Guardia Forestale ad intervenire con una lettera, indirizzata ai proprietari dei terreni interessati, che denuncia questi scavi. (MK)

Rilievi all’Acqua Negra

Dopo 280 metri di poligonale lungo il ramo principale dalla frana aperta dal Gruppo Grotte AXXXO negli anni ’80, i rilevatori del Gruppo Triestino Speleologi e del Gruppo Speleologico Pradis si sono fermati davanti ad un bassissimo passaggio sifonante. Non è dato di sapere se gli speleologi della AXXXO vent’anni fa abbiano potuto proseguire le esplorazioni oltre questo ostacolo. Infatti le misure fornite dal gruppo (si è parlato di 500-700 metri di sviluppo dopo la frana aperta negli anni ’80) non corrispondono con quanto percorso, e inoltre il passaggio è semi-intasato anche da fango che potrebbe essersi staccato in questi anni da una soprastante frana ben visibile. Risulta ora come ora improponibile la riapertura del passaggio e ancor di più la forzatura con tecniche speleosubacquee, vista la ristrettezza degli ambienti. Comunque rimangono ancora da aprire ed esplorare alcune diramazioni laterali che potrebbero riservare anche qualche sorpresa, dato che sono interessate da consistenti correnti d’aria. Al momento, tra rami già conosciuti e nuove diramazioni, sono stati topografati poco più di 500 metri di grotta. (GB)

Complesso Modonutti-Savoia - Grotta del Fiume-Vento

Con le ultime esplorazioni condotte dal Circolo Speleologico Idrologico Friulano nel settore Ovest della Grotta di Fiume-Vento (vicino alla giunzione con l’Abisso Modonutti-Savoia), sono stati superati i 3 Km di sviluppo e vie di esplorazione sono ancora aperte. Nell’ultima punta, oltre ad installare un campo base, è stato esplorato un meandro con direzione O che punta verso il centro del Col Lopic. Altre prosecuzioni interessanti puntano in direzione S, con probabili collegamenti alti con l’Abisso Modonutti-Savoia.

La scorsa estate con alcune calate in parete è stato possibile raggiungere sei nuove grotte di cui due sono ancora in corso di esplorazione. Quasi tutte si comportano da ingressi meteo-bassi con forte circolazione d’aria e andamento suborizzontale. È molto probabile che ci sia un collegamento tra queste ed il sistema Modonutti-Savoia – Fiume-Vento, che per il momento è stato fermato da strettoie intransitabili (CL 32) ed altre allargabili (CL 33 e CL 35). Complessivamente lo sviluppo planimetrico si aggira attorno ai 300 m circa. (AB)

Riaperto l’ingresso vecchio della Grotta E. Feruglio

A causa delle piogge, l’ingresso posto in una dolina di crollo è franato rendendo il transito impossibile. Dopo alcune uscite di scavo operate dal Circolo Speleologico Idrologico Friulano, l’ingresso è stato riaperto riducendo i rischi di ulteriori crolli. Altre uscite saranno dedicate a rendere finalmente stabile questa entrata. (AB)