Pubblicazioni edite
Speleologia isontina

La Federazione Speleologica Isontina ha dato alle stampe l’ultimo numero (n. 11 – giugno 2004) del proprio notiziario. Il maggior spazio delle quattro pagine è dedicato al Corridoio 5 e all’impatto sull’ambiente sotterraneo carsico, con una grande piantina del settore ovest del Carso triestino, riportante le maggiori cavità e il tracciato del progetto. Gli altri articoli riguardano l’8° Simposio Internazionale sullo Pseudocarsismo, i cristalli di quarzo sul Carso isontino, la descrizione di un nuovo pozzo in zona Aurisina (TS) e una lunga disquisizione (a firma dell’eccellente Dario Marini) sul ruolo degli speleologi nel depauperamento delle cavità naturali. (GB)

Alpi Giulie

Sul volume 98/1 – anno 2004 della rivista Alpi Giulie, rassegna di attività della Società Alpina delle Giulie, sezione di Trieste del Club Alpino Italiano, accanto ad articoli sull’alpinismo, sugli aspetti naturalistici e sui fatti storici, ampio spazio trova l’argomento “speleologia”.

Fabio Forti alle pagg. 14-16 con “Problemi di carsismo nella progettazione del «Corridoio 5»” affronta sotto l’aspetto prettamente carsico il progetto del Corridoio 5 sul Carso monfalconese e triestino, sia in linea generale, sia scendendo in aspetti locali, come ad esempio l’area delle foci del Timavo, le possibili intercettazioni con vani sconosciuti della Grotta Nemec (75/89 VG), tutelata dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, oppure il tratto in vicinanza della città di Trieste, ove è presente il passaggio stratigrafico tra il calcare e il Flysch. L’autore conclude auspicando che vengano coinvolti nella progettazione anche degli esperti del settore, come venne fatto con la costruzione dell’autostrada sul Carso, dove venne adottato il “metodo della ricerca integrale”.

Alle pagg. 17-23 Augusto Diqual nell’articolo “Grotta Martina Cucchi (ex Cunicolo dell’Aria 5640 VG)”, anche attraverso alcune foto di Tognolli, illustra la storia della scoperta, degli scavi e delle esplorazioni della cavità, fornendo delle note descrittive. La cavità, che si apre in Val Rosandra (TS), raggiunge per ora lo sviluppo di circa 1.000 metri e contiene al suo interno diversi bacini d’acqua, l’ultimo dei quali è stato anche esplorato con tecniche speleosubacquee.

Nell’articolo seguente (“Affidato ad una grotta del Carso il ricordo di Alessandro Bongardi”, pagg. 24-26) di Pino Guidi, viene descritta una nuova cavità del Carso triestino, non eccessivamente profonda (-67 m), scoperta dagli speleologi della CGEB nel febbraio 2003 e dedicata ad Alessandro Bongardi, del quale viene anche illustrata l’attività all’interno della SAG.

Di aspetto decisamente più “leggero” l’articolo-poema di Roberto Barocchi alle pagg. 60-64. “Il mago delle grotte” è appunto un poema che esalta la figura, le tecniche e l’attività di ricerca di nuove grotte di Giuliano Zanini, grazie al cui “fiuto” sono state scoperte alcune delle maggiori grotte della Val Rosandra.

In conclusione della rivista, nella rubrica “Recensioni”, sono riportate le presentazioni di due libri: Il fenomeno carsico delle Alpi Carniche (Friuli), edito dal CSIF e Valorizzazione delle opere di guerra del Monte Ermada, del Gruppo Cavità Artificiali della SAG. (GB)

120 anni in grotta – Storia della Commissione Grotte Eugenio Boegan

Come pregevole coronamento della mostra organizzata per festeggiare la ricorrenza dei propri primi 120 anni di vita (vedi La Gazzetta n. 88 e 90), l’ultracentenaria società triestina ha voluto dare alle stampe questo catalogo che riassume i contenuti dell’iniziativa. A dire il vero sarebbe riduttivo etichettare come semplice catalogo questo bel libro di 124 pagine che tramanda ai posteri le numerose fotografie ed immagini contenute nei 20 pannelli (12 storici e 8 tematici) che hanno composto la mostra. Ma la concentrazione delle immagini nel libro rispetto alla dispersività dei pannelli reali permette di apprezzare forse ancor di più il parallelo evolversi delle attrezzature e dei costumi speleologici da un lato e quello della società civile all’interno della quale la CGEB ha vissuto la propria evoluzione. Ad ulteriore dimostrazione di come anche la nostra attività sia uno specchio dei tempi che di volta in volta ci troviamo a dover vivere. (MK)

Atti Museo di Trieste

L’ultimo numero (vol. 50 – 2003) degli Atti del Museo civico di Storia Naturale di Trieste ospita un corposo lavoro di Willy De Mattia sui molluschi ipogei del Carso triestino. Nelle 170 pagine del lavoro viene fornito un riassunto sullo stato delle conoscenze faunistiche e sistematiche apparse in bibliografia e si compila una check-list topografica delle specie raccolte. Sono incluse osservazioni tassonomiche sulle specie e/o su gruppi di specie critici integrando caratteri “classici” con indagini anatomiche, ecologiche, biogeografiche . Viene fornito un quadro aggiornato sulla malacofauna del Timavo ipogeo e vengono verificate le segnalazioni bibliografiche storiche per specie non recentemente confermate. Sono state campionate 56 cavità rinvenendo 55 specie, 9 delle quali ad ecologia esclusivamente sotterranea fra cui esemplari di Belgrandia stochi, rinvenuti per la prima volta in vita. (GB)

Speleologia

È stato recapitato ai soci il numero 49-dicembre 2003 della rivista semestrale della Società Speleologica Italiana. Rinnovato nella veste grafica, questo numero contiene pochi riferimenti riguardanti la nostra regione. Da segnalare, nella rubrica “Tempi solcati”, un box contenente informazioni inerenti la nuova legge sulla speleologia in Slovenia; in “Notizie italiane” un trafiletto, a firma di Claudio Schiavon sulle nuove esplorazioni del Gruppo Speleologico Carnico “M. Gortani” CAI Tolmezzo alle Grotte di Timau (UD) e, in “Recensioni”, Pino Guidi presenta il libro Cane sciolto di Tony Klingendrath. (MB)

ENSI Notizie

Sul numero 4 (luglio/agosto 2004) della rivista dell’Ente Nazionale Sportivo Italiano compare un articolo di Franco Gherlizza e Lino Monaco del Club Alpinistico Triestino – Sezione Ricerche e Studi su Cavità Artificiali dal titolo “Gli ipogei naturali e artificiali del campo di Osoppo”, che relaziona sulle esplorazioni eseguite sul Colle di Osoppo (UD) fino al 1999. Si può leggere anche la storia e l’inquadramento geografico della zona presa in esame. (MB)