Manifestazioni passate
“Seppenhofer” in trasferta in Slovacchia

Trasferta slovacca per il gruppo speleologico “Seppenhofer” di Gorizia, che, fra il 26 ed il 30 maggio scorsi, ha preso parte all’8° Simposio Internazionale sullo Pseudocarsismo, organizzato dall’Ente per le Grotte Slovacco e dalla Società Speleologica Slovacca sotto l’egida dell’Unione Internazionale di Speleologia. Argomento spesso poco approfondito anche da parte degli stessi speleologi, lo pseudocarsismo riguarda sia fenomeni di erosione superficiale (epigei) che di formazione di grotte (ipogei) che non avvengono nelle rocce calcaree (come ad esempio sul Carso goriziano, triestino e sloveno), ma in rocce di altro tipo, come le rocce vulcaniche, le quarziti, le arenarie, e non sempre per l’azione erosiva dell’acqua. Classici esempi sono le grotte generate dall’eruzione della lava o dal successivo cedimento delle rocce basaltiche, con la formazione di fessure verticali, o generate da crolli di rocce di vario tipo e da disgregazione fisica delle stesse. Il Simposio Internazionale sullo Pseudocarsismo è stato organizzato a partire dal 1982 in diversi Paesi dell’Europa orientale. L’ultima edizione si è tenuta nel 1999 a Moneasa (Arad - Romania), ma il numero dei partecipanti e delle nazioni rappresentate è in continua espansione. Gli speleologi del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” di Gorizia sono stati in assoluto i primi italiani a prendervi parte: ciò ha suscitato particolare interesse e simpatia da parte dei convenuti. L’importanza di rafforzare la partecipazione italiana a questi convegni è stata fortemente ribadita nel corso della riunione della Commissione per lo Pseudocarsismo dell’Unione Internazionale di Speleologia, presieduta dall’ungherese Istvàn Eszterhàs e svoltasi a margine del congresso. L’edizione di quest’anno del Simposio sullo Pseudocarsismo, tenutasi presso il centro di educazione ambientale di Teply’ Vrch, nella Slovacchia meridionale, ha visto una numerosa presenza di studiosi ed appassionati di questa particolare branca della speleologia. Fra le personalità presenti all’apertura dei lavori: il Direttore della Sezione Legislativa del Ministero dell’Ambiente, Jozef Klinda, il Presidente della Società Speleologica Slovacca, Bohuslav Kortman, rappresentanti delle autorità locali e degli enti organizzatori. Una ventina le relazioni presentate, incentrate sull’origine delle cavità pseudocarsiche e sulla loro catalogazione, con la presentazione delle liste delle cavità non carsiche presenti in Slovacchia e in Ungheria, nonché sullo studio delle fenomenologie superficiali e profonde in varie parti del mondo, ove risultano oltremodo diffuse: dalla Slovacchia alla Polonia meridionale, dall’Ungheria alla Boemia settentrionale, al massiccio di Roraima in Venezuela, famoso per le sue grotte nelle quarziti, alle forme superficiali della regione delle Meteore in Grecia. Di particolare rilievo un intervento di A. Kejonen sullo pseudocarsismo in Finlandia, paese scarsamente conosciuto dal punto di vista speleologico. Toccate anche la biospeleologia, l’archeologia e la storia delle esplorazioni in grotte pseudocarsiche, mentre una finestra di discussione totalmente nuova è stata aperta dagli studiosi austriaci Karl Mais e Rudolf Pavuza del Museo di Storia Naturale di Vienna, che propende a far rientrare nello pseudocarsismo alcuni fenomeni naturali indotti da attività umane, come la formazione di cavità di crollo e di concrezioni all’interno di miniere. La relazione di Maurizio Tavagnutti, del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” di Gorizia, l’unica presentata da speleologi italiani, riguardava “Le morfologie pseudocarsiche nel flysch della Valle dello Judrio (Friuli-Venezia Giulia – Italia)”. I fenomeni erosivi superficiali e le grotte che hanno luogo nel flysch (una formazione rocciosa ampiamente diffusa nella parte centro orientale del Friuli-Venezia Giulia, dal Collio alle Prealpi Giulie, costituita dalla sequenza stratigrafica di arenarie e di marne) sono infatti da considerarsi pseudocarsici, in quanto si generano in rocce che non sono calcaree, seguendo dinamiche differenti da quelle classiche. Lo sviluppo delle grotte in questo tipo di rocce può essere notevole: basti pensare alla Grotta Nuova di Villanova presso Lusevera (UD), con uno sviluppo che supera i sette chilometri. L’intervento di Tavagnutti ha costituito un’importante occasione di confronto con il collega polacco Grzegorsz Klassek che si è occupato dello studio del medesimo fenomeno nei Monti Carpazi e Beskidy, nella Polonia meridionale, dove sono presenti quasi 800 cavità di questo tipo. Le escursioni organizzate nel contesto del simposio sono state delle vere e proprie uscite didattiche finalizzate alla conoscenza dei fenomeni pseudocarsici illustrati nel corso dei lavori. Guidati dagli esperti L’udovit Gaal e Pavel Bella, rispettivamente Responsabile del Dipartimento di Protezione e Vicedirettore dell’Ente Slovacco per le Grotte (SSJ), nonché dinamici organizzatori del simposio, i partecipanti hanno potuto toccare con mano le aree di maggiore interesse, come il vulcano spento del Pohansky’ hrad, con le sue grotte generate dalle fessure di dilatazione nel basalto o fra i cumuli di blocchi di crollo, e, nell’altopiano presso la località di Krupina, le interessanti cavità lasciate dagli alberi imprigionati nelle colate laviche, che, una volta dissolti, formano dei cunicoli lunghi fino a diverse decine di metri (grotta Vonacka e grotta del Nano). La zona vulcanica che si estende fra la Slovacchia meridionale e l’Ungheria si presta particolarmente alla formazione di questi fenomeni: i due paesi hanno in comune anche una vasta zona carsica classica, con rocce calcaree che custodiscono cavità di rara bellezza. È stata questa la meta dell’escursione conclusiva del simposio, con la visita alle grotte turistiche Ochtinska, formatasi nel marmo e famosa per i suoi stupendi cristalli di aragonite, e Domica, posta non lontano dal confine magiaro, con i suoi maestosi ambienti interni stupendamente concrezionati e ricchi di testimonianze dell’epoca preistorica. Entrambe le cavità sono state dichiarate patrimonio mondiale dell’umanità protetto dall’UNESCO, assieme ad altre tre delle dodici grotte della Slovacchia aperte al pubblico. Gli aspetti naturalistici dell’intera regione costituiscono un’importante attrattiva del turismo nel Paese, che risulta in costante sviluppo; numerose sono le aree protette, comprendenti siti di interesse storico ed archeologico. L’ottima organizzazione e l’amicizia instaurata sia con gli speleologi slovacchi che con gli altri colleghi che si occupano di pseudocarsismo costituiscono un invito alla prossima edizione del Simposio, che si svolgerà in Polonia nel 2006: inutile dire che una cospicua presenza italiana sarà particolarmente gradita. (MM)

Conferenza a Gradisca

Organizzata dal Comune di Gradisca d’Isonzo – Assessorato alla Cultura e dalla Federazione Speleologica Isontina, il giorno 28 maggio, presso la Sala Consiliare del Comune di Gradisca d’Isonzo (GO), si è tenuta la conferenza del dott. Marco Dizorz dal titolo: “L’acqua potabile nell’isontino, attività di controllo, verifica e attuale situazione”. (GB)

Concerto in grotta

Come ogni anno, anche nel 2004 il GELGV ha voluto inaugurare l’apertura della stagione turistica della Grotta Nuova di Villanova con un concerto in grotta, che si è tenuto il 30 maggio scorso. Quest’anno la grotta ha ospitato l’orchestra a plettro del Friuli-Venezia Giulia, diretta dal maestro Piergiorgio Caschetto. Il folto pubblico intervenuto ha potuto – oltre ad ascoltare i brani in programma – ammirare successivamente le proiezioni tridimensionali di diapositive di Guglielmo Esposito e la mostra fotografica “Immagini di un paradiso nascosto”, nella sede del Gruppo, sala ex latteria. (GB)