Novità esplorative
Grotta Martina

L’instancabile rilevatore Umberto Mikolic, nel corso delle operazioni di rilevamento condotte nel Ramo a Valle della Grotta Martina, 5640 VG (Val Rosandra – Trieste), ha individuato l’accesso ad una galleria che si è rivelata essere il logico completamento del tratto che si interna verso il cuore del monte Stena.

Sino alla scoperta di questa nuova galleria, la Grotta Martina si poteva strutturalmente grosso modo suddividere in due principali conformazioni: il Ramo a Monte della caverna posta al termine del cunicolo artificiale e quello a Valle. Il primo è formato da una lunga galleria impostata su fratture orientate NNW-SSE e intervallata da caverne e laghi temporanei; il secondo era costituito da un complesso labirinto fangoso in cui è facile smarrire la via del ritorno. Con la fortunata scoperta del nuovo ramo la struttura della grotta risulta semplificata: ora può essere considerata come una lunga galleria che da SSE si addentra verso NNW, intervallata da accidenti tettonici: le sale e, appunto, il Labirinto. (PG)

Ancora scoperte a Timau

Non smette di regalare sorprese la Grotta sopra la Centrale di Timau (Fr 89), situata in comune di Paluzza, provincia di Udine, dove la collaborazione tra il Gruppo Triestino Speleologi, il Gruppo Grotte Novara e il Gruppo Speleologico Carnico “Michele Gortani” del CAI di Tolmezzo sta producendo notevoli risultati. La grotta è certamente conosciuta almeno dal 1887 con visite di studiosi e naturalisti, tra cui il Marinelli, il Coppadoro – cui risale il primo rilievo del 1899 –, il Lazzarini, il Gortani ed altri. Nel tentativo di congiungere la Grotta sopra la Centrale di Timau con la recente e superiore Grotta della Risalita, a seguito di una serie di risalite di camini stranamente tralasciati dalle precedenti esplorazioni, negli ultimi mesi, con la collaborazione di vecchi e nuovi speleo freschi di corso, sono state scoperte diverse decine di metri di nuove gallerie ben concrezionate e dall’andamento che mantiene le stesse caratteristiche labirintiche del resto della vecchia cavità. I rami nuovi che partono da sopra il grande caratteristico finestrone in parete, alternano diverse risalite bagnate, strettoie e gallerie suborizzontali che si avvicinano all’esterno; il tutto è ancora in fase di esplorazione e di rilievo. Le ultime scoperte, e quelle degli scorsi anni, risultato del tentativo, per ora vano, di raggiungere il sottostante imponente Fontanon di Timau, stanno trasformando la parete che sovrasta la risorgiva in un complesso articolato di grotte che, per quanto superficiali, con sviluppo prevalente parallelo alla parete esterna, stanno assumendo un notevole sviluppo spaziale, ricco ancora di numerosi punti interrogativi che non tarderanno, solleticando la nostra voglia di giocare con il mondo ipogeo, a regalare altre soddisfazioni. (CS)