Casati prepara una immersione da record al Gorgazzo

GorgazzoNotizia ripresa dal Mesaggero Veneto

Polcenigo, già nel 2008 lo speleonauta era sceso negli abissi sino a 212 metri di profondità. Domenica e ieri sono stati posizionati campana di decompressione e filo-guida
di Sigfrido Cescut

POLCENIGO. Da sabato scorso subacquei italiani e francesi stanno supportando Luigi Casati nella sua nuova impresa alle sorgenti del Gorgazzo. Quello specchio affascinante di acqua pura custodisce ancora i suoi segreti nelle profondità più recondite.

Casati, 51 anni, lecchese, continua la sua sfida infinita con la natura in quello specchio di cielo liquido. Già nel 2008 è sceso negli abissi sino a meno 212 metri. Un grande cartellone, posizionato recentemente nel giardino a fianco del Gorgazzo, riporta varie immagini di Casati e testi sulla storia delle immersioni. Leggi tutto…

Nuove indagini speleosubacquee alla Grotta del Timavo

ROV 01Il 13 agosto 2015 è stata effettuata una ricognizione subacquea tramite un piccolo veicolo filoguidato munito di telecamera (Rov) nella Grotta del Lago, o Grotta del Timavo (1844/4583 VG), l’ampia caverna dove scorre il Timavo – ultima “finestra” prima delle foci – scoperta dopo il brillamento di una mina per lo scavo del nuovo acquedotto di Trieste l’11 marzo 1970, nei terreni di proprietà di Davide Peric (che ringraziamo per la disponibilità e collaborazione).

La grotta è formata da un’unica caverna, completamente allagata, accessibile da un’entrata artificiale dopo la chiusura della voragine con una copertura in cemento armato. Leggi tutto…

Lo speleo Casati tenta il record Si cala nella gola del Gorgazzo

Gorgazzo15Dal quotidiano La Provincia di Lecco del 9. febbraio 2015:

Lo sportivo lecchese tenta di raggiungere la profondità di 440 metri
Una sorgente in Friuli, l’aveva già esplorata fermandosi a 212 metri

Gigi Casati ci riprova. Il più famoso speleo sub italiano, uno tra i migliori al mondo, lecchese “doc”, sta tentando il record di esplorazione della più profonda sorgente italiana, quella del Gorgazzo (Italia, scoperta nel 1987 visitata da Casati nel 2008), già “violata” con altri membri della spedizione (Bolanz, Dell’Oro, Deriaz, Locatelli, Pennec) e topografata da Luigi Casati fino a -106m di profondità. Una delle più profonde topografie mai effettuate. Leggi tutto…

Gli speleosub francesi nei misteri del Timavo esplorate nuove cavità

TSE2014_1Conclusa la spedizione alla ricerca di una strada maestra verso le risorgive. E le correnti hanno portato sorprese
di Patrizia Piccione

A un metaforico tiro di schioppo da piazza Unità si cela l’enigma sotterraneo più intrigante d’Europa. Sin dalla sua scoperta nel 1841, l’Abisso di Trebiciano, sul cui fondo a 329 metri di profondità scorre il Timavo, è il meraviglioso tarlo che fa impazzire gli speleologi, che da oltre 150 anni cercano di annodare l’intricata rete del corso sotterraneo del fiume. Di raffigurarne insomma il percorso tra le Grotte di San Canziano in Slovenia, dove il fiume si inabissa, e le risorgive a San Giovanni di Duino, dove riaffiora. Sotto il Carso si nasconde un vasto regno sotterraneo fatto di grotte, collettori, laghi sommersi, sifoni e gallerie, che fanno parte del cosiddetto reticolo del Timavo ipogeo. Le principali “star underground” per dare delle risposte utili a svelare il percorso delle acque tra il punto A e il punto B sono l’Abisso di Padriciano e il Pozzo dei Colombi, una sorta di tubone verticale che termina in uno specchio d’acqua, alle spalle della chiesetta di San Giovanni di Duino. Leggi tutto…

C.A.T.: riprendono le esplorazioni speleosub al Fontanon Rio Neri

Le esplorazioni iniziano a metà degli anni ’60, quando Giorgio Cobol, pioniere della speleosubacquea triestina, viene a conoscenza dell’esistenza di una risorgiva che si apre sulle pendici del Monte Rest.

Purtroppo la prima ricerca non aveva consentito di individuare la vera prosecuzione all’interno del massiccio montuoso. Si deve all’intuizione di Luciano Russo, altra punta di diamante della nostra speleosubacquea, il fatto di scorgere un ramo sommerso, che indicava una parte sfuggita ai primi esploratori e dando, cosi, la possibilità al suo gruppo di superare il primo sifone.

Non occorre spendere altre parole per la descrizione della parte post sifone: “meravigliosa” è sufficiente. Tutte le altre descrizioni sarebbero limitative.

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