Esplorazioni al Landri Scur, Claut (PN)

27-28 dicembre 2016, Esplorazioni Landri Scur (PN)
di Filippo Felici (da SpeleoIT)

All’appello ci sono Denis Zanette, Giulia Benvenuto, Nadia Verardo, Cristina Cazacu, Alexsandr Tabac, Sergio Poeta e Serena Canton. Serena, 15 anni, è la prima volta che entra in questa fantastica grotta. Cristina ed Alex, più o meno freschi freschi di corso, affronteranno questo lungo viaggio di oltre un giorno, nelle lunghe gallerie del Pradut. Nadia e Giulia sono “ripetenti”, ma sicuramente anche per loro sarà provante. Le sere precedenti ha pianificato ogni cosa assieme a Denis per raggiungere almeno uno degli obiettivi di questa punta, ovvero, l’esplorazione delle parti terminali del meandro “The Way to the Sky”. Sergio sarà con noi fino al bivio del ramo dei cristalli, dove devierà la sua progressione per andare a vedervi un pozzo.

Ci siamo anche accordati affinché una squadra in grotta a Le Vasche (Moreno Dorigo, Alex Marson, Ivan Vicenzi ed Edy Basso), ad orari prestabiliti, immetta profumo. MI sarebbe piaciuta anche la presenza di Guido Titinaglia ma non è riuscito a liberarsi. L’ipotesi che vogliamo verificare, e di cui alcuni di noi sono già da tempo straconvinti, e che Le Vasche non siano connesse metereologicamente con il Landri Scur, ma che facciano parte di un sistema sovrastante molto più grande e complesso di ciò che ci sta sotto. Dobbiamo quindi capire se il profumo, una volta raggiunto il Landri, lo ignori e si spinga verso gli altipiani del Pradut-Resettum-Colciavas. Per questo la squadra esterna organizzata da Moreno, si è organizzata per svuotare tre boccette di profumo, ognuna di una essenza differente, alle ore 19.00, 21.00 e 23.00.

Alle ore 10.30 entra l’ultimo di noi. Non c’è molta aria ma il lago-sifone è sufficiente basso per permetterci il passaggio a due a due sul nuovo canotto. Anche il successivo sifone di ghiaia, completamente aperto, non ci fa storie e ci permette un suo veloce superamento. Poi le Gallerie del Campo, dei Gobbi, ecc…. Ora siamo in sei in quanto Serena e Sergio hanno deviato verso il loro obiettivo.

I primi problemi sorgono sull’infido, lungo e scivoloso meandro fossile che conduce al termine esplorativo dell’85; qui Nadia ha un po’ di problemi ma, con alcuni mirati aiuti sui passaggi chiave, riesce egregiamente a superare.

Alle 18.30 siamo tutti al punto di inizio delle esplorazioni riprese nel 2013. Da qui, a detta dei “vecchi”, un breve meandro in discesa (il “Bypass”) dovrebbe ricondurre alle sottostanti gallerie facendoci risparmiare almeno un’ora di scomoda progressione. Pensando al ritorno ed ai problemi avuti all’andata vado a cercarlo mentre Denis parte per la zona nuova, al fine di essere presente quando l’eventuale profumazione proveniente dalla squadra appostata alle Vasche raggiungerà la zona nuova.

Alle 19.45, dopo aver verificato la percorribilità del Bypass, raggiungiamo Denis. La zona è letteralmente invasa di profumo. Denis ci conferma che il profumo è arrivato tra le 19.10 e le 19.15. Nella parte bassa ho già avuto modo di verificarne l’assenza. Non ci rimane, quindi, che proseguire le esplorazioni lungo “The Way to The Sky”.
Questa è attualmente la parte avanzata delle esplorazioni: uno stretto meandro fossile ricoperto da un asciutto fango e che inizia dalla saletta “Prime Donne”. Prosegue, viscido, per circa 200 metri e permette di guadagnare circa 50 metri dislivello. Tendenzialmente lo si percorre nella sua parte alta, cercando, per quanto possibile, di tenere fuori dalla testa i brutti pensieri del tipo “e se scivolo?”. Durante l’ultima punta (luglio 2015) tutti i miei compagni si erano arrestati ed io lo avevo passato, superandone la sua fine.

Ora sono con Denis e la cosa, probabilmente, sarà più facile. I 4 che sono con noi decidono, consapevolmente, di mollare. Ci aspetteranno in Prime Donne. Alle 22.30 io e Denis siamo al termine esplorativo. Denis arrampica in libera in un soffitto di frana. Passa ed installa una corda, permettendomi di raggiungerlo. Ci troviamo nella parte alta e fossile di un meandro. In questo punto è largo circa 1 metro. Bene, ora non ci resta che seguire il profumo. Andiamo avanti in questo grande meandro. Siamo a circa 20 metri altezza, abbastanza sicuri, ne percorriamo una ottantina di metri fino al punto in cui diventa obbligatorio, considerate le dimensioni, raggiungerne il fondo.

Esclamazioni. Stupore, risate ed urla.

Ecco perché ci piace esplorare, per queste 2-3-5 ore vissute con questa meraviglia. Gli ambienti de “Le Terre Lontane” sono enormi. Ci guardiamo intorno, esterrefatti.
Ci osserviamo in viso, cercando nel contempo di immaginarci il nostro.
Proviamo ad immaginarci la grotta che ci sussurra: “era ora”.
Un dedalo di forre in alcuni punti larghe 6-8 metri ed alte anche 50. Incredibile, mai visto robe del genere. E siamo in Pradut/Colciavas… ecco cosa c’è la sotto. Siamo esterrefatti. Tra saltini ed arrampicate consumiamo una settantina di metri di corda arrestandoci sotto una cascatella dove verifichiamo la presenza di rametti. Sono le 03.00 e siamo quasi fuori ed in alcuni punti c’è anche terriccio con humus organico. Il Cielo è rimandato alla prossima punta.

Sono le 10.30 e l’ultimo di noi è di nuovo all’ingresso di questa bellissima grotta che, anche se lentamente, ed insieme a noi, sta crescendo. Lei vuole così. D’altronde il lago-sifone iniziale è aperto solo pochissimi giorni all’anno e le esplorazioni oramai sono solo in territori lontani. Lei ci sceglie e noi ci siamo.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

QR Code Business Card
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: