Il Palazzo arruola gli speleo ma azzera i finanziamenti

Il.Piccolo.TRIESTE.26.01Da Il Piccolo del 26 gennaio 2016
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Il presidente della Federazione coinvolta nell’operazione di pulizia delle grotte lamenta l’assenza di contributi pur confermando la disponibilità a collaborare
di Ugo Salvini

I PROTAGONISTI
Dalle Province al capolinea allo scontro sulla riforma regionale
Furio Premiani, presidente della Federazione speleologica regionale: «Ora le Province non hanno più disponibilità finanziarie. Ma la Regione nel contempo ha azzerato i contributi a nostro favore». La Regione Friuli Venezia Giulia, con l’assessore Sara Vito (foto), ha recentemente rinnovato la richiesta agli speleologi Fvg di occuparsi delle grotte dell’altopiano carsico. Il tutto, pur in assenza di stanziamenti di denaro ad hoc. Secondo Massimo Romita e Claudio Grizon, esponenti del centrodestra provinciale, «la situazione è allucinante. Un caos provocato dalla riforma delle autonomie voluta dalla giunta Serracchiani».

TRIESTE – I soldi sono finiti. Ma il vostro lavoro ci serve ugualmente. Questo, in sintesi, il discorso che si sono sentiti fare dalla Regione in questi giorni gli speleologi che devono prendersi cura delle grotte del Carso. Ai componenti della Federazione speleologica del Friuli Venezia Giulia, ai quali l’assessore regionale Sara Vito ha recentemente rinnovato la richiesta di occuparsi delle grotte dell’altopiano, uno dei territori sotterranei più ricchi d’Italia con le sue 2800 cavità di varia dimensione e tipologia, oltre che di quelli del resto del Friuli Venezia Giulia, sono stati tagliati i fondi da parte della stessa amministrazione che ha necessità del loro contributo e della loro esperienza per eseguire un compito di assoluto rilievo, quello che consiste nel costante monitoraggio di tutte le grotte del Carso e dell’intero Friuli Venezia Giulia.

«Dal 2007 – spiega Furio Premiani, triestino, presidente della Federazione speleologica regionale – l’onere di finanziare le nostre attività è in capo alle Province. Da allora le risorse si sono sempre trovate – aggiunge – e basta pensare alle attrezzature di discesa nelle grotte, che devono essere periodicamente rinnovate, per capire che è indispensabile un sostegno finanziario da parte degli enti pubblici. Ora le Province non hanno più disponibilità finanziarie – prosegue Premiani – anche perché sono nella fase finale della loro vita istituzionale. La Regione però nel contempo – sottolinea il presidente degli speleologi del Friuli Venezia Giulia – ha azzerato i contributi a nostro favore». Sul territorio della provincia triestina sono attivi ben 10 gruppi di speleologi su un totale di 24 operativi in regione. Questa distribuzione delle forze a favore del Carso triestino deriva dal fatto che più di un terzo delle circa 7700 grotte che ci sono in Friuli Venezia Giulia sono concentrate in provincia di Trieste e più precisamente sull’altopiano. «Dove abbiamo una densità di circa 14 cavità per chilometro quadrato – riprende Premiani -, un dato che ci proietta ai vertici su scala nazionale, dove la media è di una grotta per chilometro quadrato, e molto in alto a livello internazionale».

Le risorse a favore degli speleologi derivavano dalle leggi regionali n. 27 del 1966 e n. 24 del 2006, ma le associazioni del settore sono state fra le prime a pagare le conseguenze della riforma delle autonomie locali. «Siamo pronti a dare lo stesso il nostro contributo – riprende Premiani – anche gratuitamente, se proprio non si dovessero trovare risorse pubbliche, certo però che l’azzeramento dei fondi non può che amareggiarci». Il piano predisposto dall’assessore Vito per le grotte carsiche prevede quattro fasi: il monitoraggio, il censimento, con specifico riferimento ai rifiuti che purtroppo sono molto numerosi in tante delle cavità, la loro caratterizzazione e infine la loro rimozione. È evidente che, in un progetto di questa portata, la presenza e la partecipazione di chi ha una specifica competenza tecnica e conosce molto bene le grotte è indispensabile.

Sull’argomento si innesca anche una polemica politica. Claudio Grizon e Massimo Romita, rispettivamente capogruppo e vicecapogruppo del Pdl in Consiglio provinciale, oltre che consiglieri comunali il primo a Muggia e il secondo a Duino Aurisina, entrambi nel ruolo di capogruppo, lamentano, in un comunicato «il caos istituzionale provocato dalla riforma Serracchiani sulle autonomie locali. Denunciamo questa situazione – evidenziano i due esponenti del centrodestra locale – che definiamo allucinante e chiediamo con quale senso di responsabilità la Regione rassicuri direttamente o per il tramite delle Province le risorse indispensabili al settore per poter continuare l’attività, garantendo quei presidi necessari per il controllo del territorio, il monitoraggio dell’ambiente e quell’apporto tecnico scientifico per il turismo legato a questo importante settore».

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