Gravimetria: uno strumento per scoprire nuove grotte?

Giu ’14
18
18:15

grotta+bougGrotta Gigante e scienza.

Da sempre gli speleologi ricercano nuove tecniche per indagare la presenza nel sottosuolo di grotte ancora sconosciute. A tale scopo sono stati adottati con successo metodi empirici, quale la ricerca sul terreno di “fessure soffianti”, da cui fuoriesce con forza l’aria durante le piene dei corsi d’acqua che scorrono in gallerie sotterranee ad esse collegate. Ma ci si affida anche alle tecnologie più sofisticate, come gli strumenti utilizzati nel campo delle indagini gravimetriche. Si tratta in questo caso della ricerca, con l’ausilio di precisissimi strumenti detti gravimetri, delle anomalie di accelerazione di gravità su un’area definita: un’anomalia negativa è indice della presenza nel sottosuolo di un corpo con densità minore rispetto a quella dell’ambiente circostante. In caso estremo, il corpo “meno denso” può essere addirittura un “vuoto” e quindi una grotta. La bontà di tale metodo di indagine è stata da poco provata sul Carso triestino, noto a livello mondiale pergravimetria l’enorme quantità di cavità carsiche, da un’equipe del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste guidata dalla professoressa Carla Braitenberg. Come oggetto di studio era necessaria una grotta di grandi dimensioni le cui misure, forma e posizione fossero già conosciuti nel minimo dettaglio: niente di meglio della Grotta Gigante. La celebre grotta turistica di Sgonico nel 2011 era stata infatti rilevata con tecnologia laser scanner e georeferenziata dai ricercatori della sezione IRI dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale – OGS. Partendo dai dati noti di forma, dimensioni, posizione e orientamento della grotta, il gruppo della professoressa Braitenberg assieme ai ricercatori del Politecnico di Milano e dell’OGS ha condotto quindi l’indagine gravimetrica, con risultati sorprendenti tra cui l’elaborazione di modelli 3D di densità del sottosuolo che, confrontati con i dati osservati, potrebbero fornire interessanti informazioni per quanto riguarda la presenza di altre strutture carsiche presenti.Bouguer_march2013 Se la gravimetria possa essere realmente in grado di svelare nuovi tesori sotterranei da aggiungere al già cospicuo numero di splendide grotte conosciute sul nostro Carso lo racconterà il dott. Tommaso Pivetta, autore della tesi di Laurea Magistrale “Integrazione di dati laser-scan e gravimetria per lo studio della Grotta Gigante”, che ha partecipato in prima linea ai lavori. L’appuntamento è fissato per mercoledì 18 giugno ore 18.15 presso il Centro accoglienza visitatori della Grotta Gigante (Borgo Grotta Gigante 42/a). Ingresso libero.

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