Campo speleo 2021 del Gruppo Grotte del CAT in Canin

Come consuetudine anche quest’anno il Club Alpinistico Triestino ha organizzato un campo speleologico in Canin. La zona prescelta rimane la stessa dove opera da alcuni anni; sotto il monte Leupa, a quota 2200 metri. Il periodo: dal 29.7. al 14.8.2021. Qui è ancora in esplorazione la Grotta del Giglio dove, attualmente, si è raggiunta la profondità di 300 metri.

Durante l’ultima esplorazione, del 2020, si è tentato il superamento di una frana mediante uno scavo. Rivelatasi alquanto instabile e pericolosa si è pensato di desistere nel seguire quella via, preferendo l’alternativa offerta da un camino che da accesso a una finestra che si apre 20 metri più in alto e quindi a un meandro. Quest’anno l’intenzione era il superamento del meandro nella speranza di intercettare un pozzo che consentisse di scendere evitando la frana.

Le condizioni meteo avverse, purtroppo hanno mutato i piani concordati. Dieci giorni ininterrotti con pioggia e grandine di intensa violenza e una notevole quantità di neve ancora presente, insolita per il periodo estivo, non hanno consentito l’accesso alla grotta. Durante i rari e brevi periodi di “quiete” si sono fatte delle battute di zona lungo la fascia in corrispondenza della profondità massima raggiunta all’interno della grotta stessa (a 1 ora di cammino dal campo base). L’intenzione e la speranza era di trovare un ingresso basso dal quale accedere alla grotta. Una tale eventualità avrebbe consentito, oltre ad evitare l’acqua nelle parti con maggior presenza e scorrimento, un più rapido avvicinamento alla zona d’esplorazione e, seppure azzardata, la speranza di evitare la frana.

Sono state apposte delle targhette numerate e prese le posizioni topografiche nei punti considerati interessanti (o promettenti) in modo da rivederli in seguito e con maggiore attenzione, qualora il maltempo ci avesse dato un po’ di tregua. In tutti i punti di possibile accesso il proseguimento veniva vanificato da massi e ghiaie a qualche dozzina di metri più sotto e, ancor più frequentemente, da accumuli di neve resi ancor più spessi dalla cospicua abbondanza di quest’anno.

Una tempesta particolarmente violenta, con chicchi di grandine di notevoli dimensioni, ha apportato importanti danni alle tende; la metà delle quali potevano considerarsi “fuori uso”. Nel male un bene: per fortuna un costante e forte vento ha asciugato rapidamente le stoffe, consentendone le riparazioni provvisorie e quindi il loro riutilizzo. Anche il riparo comune, fin da subito allestito presso un sotto roccia, ha subito dei danni, ma di minore entità.

Negli ultimi 5 giorni utili, il maltempo ha finalmente smesso di infierire sul nostro campo, consentendoci, così, di entrare al Giglio.
Sono state fatte due discese in profondità per forzare gli impedimenti nel meandro in esplorazione e inoltre un’altra entrata per migliorare e rendere più agevoli alcuni passaggi a una profondità minore. Purtroppo gli sforzi profusi per l’allargamento dei passaggi, al fine di avanzare nel meandro di fondo, non hanno dato l’esito sperato. Con una serie di svolte, da ambo i lati, lo stesso meandro ha condotto gli esploratori sotto la finestra d’accesso, praticamente al punto di partenza, sullo stesso camino da dove erano partiti. L’entusiasmo e la soddisfazione d’aver superato gli ostacoli e aver intravisto uno slargo che avrebbe permesso la discesa, si è tramutata in delusione ed amarezza non appena si è vista la corda stesa lungo il camino una volta arrivati da dove si era partiti cioè, nello stesso tratto appena risalito.

Ci sono ulteriori pozzi lungo la grotta, non ancora esplorati in quanto, per ora, si è preferito seguire la via dove si avverte un maggior circolo d’aria, anche se è la via più tortuosa. Sarà da considerare se mettere mano alla frana, con tutte le precauzioni e gli accorgimenti del caso, o preferire i pozzi inesplorati (o tutti e due). Ma questo appartiene alla decisioni future…

L’ultimo giorno utile è stato dedicato alla ricerca di una seconda entrata, seguendo esternamente il percorso della grotta, con grande attenzione maggiore ai luoghi che corrispondono ai “camini”, le cui sommità potrebbero avvicinarsi o sbucare in superficie. Nel corso di queste ricerche è stato trovato un pozzo profondo 15 metri. Risultato: al centro il solito tappo di neve e, su un lato, una china che termina in un accumulo di ghiaia dove si è tentato di proseguire con uno scavo. Rilievo e foto; ormai il tempo a disposizione non consentiva di fare altro.

Siamo giunti alla fine e una splendida giornata ci permette di smontare il campo e asciugare tende e indumenti. L’indomani, sabato 14 agosto, alle ore 9 l’elicottero trasporterà tutto il materiale a fondo valle. Forse un po’ di fortuna non avrebbe guastato … ma, a volte, la fortuna chiede di essere aiutata!

Hanno preso parte alla vita da campo: Christian Giordani e Andrea Canu (che sono andati in punta); Paolo Alberti, Clarissa Brun, Bastiano Deschmann, Marzio Pauletti, Daniela Perhinek (con giornate di presenza diverse) e Franco Riosa per l’aiuto all’elitrasporto dei materiali da e per il campo.

Ernesto Giurgevich

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