Monte Coglians

L'ingresso di uno dei nuovi pozzi sul Coglians - foto Gianni BenedettiSicuramente il massiccio del Monte Coglians, con i suoi fenomeni carsici epigei (in regione superati per bellezza solo dal Canin), ha da sempre attratto gli speleologi del Friuli Venezia Giulia. Numerose sono state le campagne esplorative, ad iniziare da quella della SAS di Trieste che per prima esplorò l’Abisso Marinelli, il fenomeno ipogeo più importante dell’area.

Recentemente è stato intrapreso un lavoro di revisione catastale dell’area, finalizzato alla conoscenza approfondita delle grotte presenti. Oltre al rinvenimento di diverse nuove cavità è stato possibile rintracciarne alcune “vecchie”, che sono state riesplorate, revisionate e riposizionate.

Infatti una delle caratteristiche delle cavità in zona che è stata riscontrata nei dati inseriti al catasto è la totale inaffidabilità delle posizioni, dovuta soprattutto alla mancanza di punti di riferimento e, per i tempi passati, di una cartografia adeguata. Addirittura, una cavità rilevata agli inizi degli anni ’70 dello scorso secolo, risultava avere una posizione spostata di circa 400 m ed una quota errata di circa 160 m.

Dalle indagini e dalle ricerche in corso si è riscontrato che purtroppo il massiccio del Coglians non contiene morfologie e sviluppi come dell’adiacente massiccio del Pal Piccolo; infatti le cavità, quasi tutte a pozzo, sono di scarsa profondità e le poche grotte a galleria hanno breve sviluppo.

Ciononostante proseguiranno le ricerche, per avere un’idea chiara del fenomeno carsico dell’area e chissà mai, trovare magari la grotta buona!

Gianni Benedetti
Gruppo Triestino Speleologi

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