Grotta Valentina (TS) illuminata

Giu ’12
16
10:00

TRA PREISTORIA STORIA E NATURA

Al suo interno, nel 1987, è stata ritrovata un’ascia preistorica in pietra verde (la serpentinite roccia vulcanica particolarmente pesante proveniente dal Piemonte da possibili scambi commerciali dell’epoca) prodotto tipico degli artigiani neolitici, necessaria al disboscamento di grandi appezzamenti di terra da dedicare all’agricoltura (8000 anni fa). Ma sono stati rinvenuti anche un’infinità di cocci di vasi in ceramica e anfore romane probabilmente testimonianza di un suo antichissimo utilizzo per la raccolta dell’acqua piovana che si accumulava nella parte bassa della cavità, dove i sedimenti argillosi formavano un grande bacino. Da sempre l’acqua sul nostro territorio era una merce molto ricercata.
Ma il suo originario ampio portale d’ingresso si è prestato anche ad essere un ottimo “deposito” per tutto il pietrame rimosso dal fondo della attigua dolina durante il suo riutilizzo agricolo nel tardo neolitico fino a lasciare libera solo una piccola cavernetta di pochi metri quadri, adibita a riparo dai soldati del fronte orientale durante il primo Conflitto Mondiale.
E solo questo primo piccolo ambiente era stato inizialmente riportato alla luce dagli speleo alla fine degli anni ’70, che avevano catalogato questa cavità come una delle tante piccole e poco significative grotte del Carso, assegnandole il nome di Caverna a Sud del Monte Straza, numero del Catasto regionale 1295.
Sono dovuti passare quasi vent’anni prima che alcuni soci del Gruppo Speleologico San Giusto, ritornati in quell’ambiente, caparbiamente individuassero, fra le pietre ammassate sul fondo della caverna, uno stretto passaggio orizzontale che, improvvisamente dopo pochi metri, si è aperto su una galleria dalle pareti modellate dal lavoro incessante di qualche antichissimo corso d’acqua oramai scomparso. Dalla galleria si è passati ad una serie di successivi e sempre più ampi ambienti, tutti riccamente impreziositi da esili stalattiti di rara bellezza. Al centro della sala principale una stalagmite sembrano raffigurare un antico apache con tanto di piume sulla testa – l’indiano – quasi due metri di calcare diventati l’emblema e il simbolo della grotta. Colate calcitiche pietrificate formano colonnati imponenti ma anche incrostazioni a forma di vele e di coralli si alternano al bianco e al rosso di quell’infinita varietà di sfumature che solo le impurità contenute nel calcare riescono a creare.
Ecco scoperta la Grotta Valentina che prende il nome da quello dell’innamorata di uno degli scopritori.
L’andamento della cavità è prevalentemente orizzontale, se si esclude una breve risalita attrezzata con una robusta e comoda scala metallica fissa. Il desiderio di divulgare tutto quello che la speleologia rappresenta, ha spinto il GSSG ad organizzare per il 16 e 17 giugno due giorni di visite guidate in questo piccolo gioiello sotterraneo del nostro Carso, per l’occasione completamente illuminato. Le visite che si alterneranno ogni ora e mezza saranno seguite da guide speleologiche regionali e dagli istruttori di speleologia della scuola “Edi Vascotto” del nostro sodalizio. Occasione questa per vivere un’esperienza di tipo speleologico irripetibile, dove l’emozione si fonde con la conoscenza dell’ultimo dei continenti inesplorati “il mondo sotterraneo”.
Le escursioni, adatte a persona di tutte le età e che non richiedono attrezzature tecniche particolari, se non un abbigliamento sportivo adatto alla temperatura interna (10 – 12°C), si susseguiranno dalle 10.00 alle 16.00 e dureranno circa un’ora; ritrovo direttamente nei pressi della cavità, nel parcheggio del campo sportivo di Sistiana – Visogliano.
Per prenotare la visita alla cavità è necessaria la prenotazione preventiva ai numeri 333-8389164 o 338-6416973.
Ulteriori informazioni, volantini, dépliant, foto, video e rilievo della Grotta Valentina su www.gssg.it.

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